I giocattoli dei miei sogni
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Ma no. E' che in mezzo a vari soggetti ognuno con il proprio obiettivo, mi sembrava la cosa più logica da fare per portare l'ordine.Willow ha scritto:Ghgh ... un pargolo ambizioso! XDShito ha scritto:La mia armata, sin da piccolo, era quella nera. Il bello è che non leggevo l'obiettivo distribuito con l'apposita carta. Il mio obiettivo era sempre e solo uno: DEVI CONQUISTARE IL MONDO.Willow ha scritto:
Risiko è uno di quei giochi immortali (e la mia armata verde, ecologista, anche.. sono imbattibile *___* )..
E per questo sceglievo il nero: tra tanti colori, l'unico non-colore, ovvero un modo per 'chiamarsi fuori' dalla tenzone particolarista.
Davvero pensavo così:
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
No, no, è impossibile.Ale K ha scritto:Sono dell'ottanta, se son più giovane non lo sono di molto, ma nonostante ciò ricordo solo "Voltron".
E' probabile comunque che li abbia visti entrambi ma non mi sia mai accorto della differenza... -__-'
Golion arrivò in sordina, molti anni prima di Voltron. Sigla diversa, nomi diversi, altro doppiaggio. E il pilota del Leone Blu, quello con la divisa nera, MORIVA davvero (nell'edizione statunitense lo dissero 'mandato sulla terra a curarsi'... IN UNA BARA!).
I giocattoli furono distribuiti da Ceppiratti, con la confezione ancora giapponese. Proprio importati e venduti.
Poi, molti anni dopo, arrivò Voltron dall'America. Rimontato, ridoppiato, colonna sonora massacrata, cose così. E arrivò dalla Mattel, se ben ricordo, tutta una linea di giocattoli brutti e plasticosi.
E' la stessa cosa che fece la Matchbox con Macross, insomma... il mitico Valkirye che NON si trasfromava in Gerwalk e Battroid.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
- Willow
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Beh dai, anche il singolar tenzone con uno solo degli avversari è molto stimolante (detesto invece l'obiettivo "conquista 24 territori a scelta")...Shito ha scritto: E per questo sceglievo il nero: tra tanti colori, l'unico non-colore, ovvero un modo per 'chiamarsi fuori' dalla tenzone particolarista.
Davvero pensavo così:
(Non c'entra niente con il discorso, ma ho sempre pensato che l'unico non colore esistente sia il bianco...! )
"Una serie di sfortunati eventi può, di fatto, essere il primo passo di un viaggio..."
http://www.ricciolunatico.splinder.com ----> le mie creazioni ^^
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Brivido lo ricordo anch'io. Meno male che esistono i compleanni perchè me lo feci regalare proprio al lancio...mi bastò una pubblicità per innamorarmene!
é sempre rimasto il mio gioco da tavolo preferito, e ci giocai fino a disintegrarlo (non mi ci volle molto vista la qualità dei materiali).
Comunque...diciamoci la verità: è semplicemente un gioco dell'oca!
Ma tutti quei tranelli, teschi fluorescenti che scendevano delle scale e scheletri in ogni dove...lo rendevano troppo fico!
é sempre rimasto il mio gioco da tavolo preferito, e ci giocai fino a disintegrarlo (non mi ci volle molto vista la qualità dei materiali).
Comunque...diciamoci la verità: è semplicemente un gioco dell'oca!
Ma tutti quei tranelli, teschi fluorescenti che scendevano delle scale e scheletri in ogni dove...lo rendevano troppo fico!
Eh, è passato troppo tempo e io ero veramente piccolo... l'unica cosa che ricordo (oltre al giocattolo che aveva un mio amico) è proprio il famigerato episodio del cambio di pilota! Solo taaanti anni dopo scoprii che in realtà era morto!
Riguardo al giocattolo, se la memoria non mi inganna, ricordo i leoni di metallo... ne ricordo il "peso" più che altro, ben differente dagli altri giochi a cui ero abituato. Che il maledetto possedesse Golion?
Riguardo al giocattolo, se la memoria non mi inganna, ricordo i leoni di metallo... ne ricordo il "peso" più che altro, ben differente dagli altri giochi a cui ero abituato. Che il maledetto possedesse Golion?
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Eheheh... esssàtto! Era bello anche Il Pranzo è servito mi pareBetty ha scritto:Comunque...diciamoci la verità: è semplicemente un gioco dell'oca!
Ma tutti quei tranelli, teschi fluorescenti che scendevano delle scale e scheletri in ogni dove...lo rendevano troppo fico!
Bellissimi i leoncini di Voltron ;__; ... di Golion non ne sapevo niente, non si finisce mai di imparareAle K ha scritto:Riguardo al giocattolo, se la memoria non mi inganna, ricordo i leoni di metallo... ne ricordo il "peso" più che altro, ben differente dagli altri giochi a cui ero abituato. Che il maledetto possedesse Golion?
"Una serie di sfortunati eventi può, di fatto, essere il primo passo di un viaggio..."
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Era esattamente così!Betty ha scritto:Comunque...diciamoci la verità: è semplicemente un gioco dell'oca!
Ma tutti quei tranelli, teschi fluorescenti che scendevano delle scale e scheletri in ogni dove...lo rendevano troppo fico!
E noi ogni volta, più che giocarci secondo regolamento, facevamo in modo che le pedine finissero nei trabocchetti!
Volendo tracciare la 'storia dei giochi da tavolo' è evidente che da giochi più antichi tutti basati sulla 'concettualità' del gioco, ovvero la sua meccanica funzionale, con progredire di benessere e tecnologia si passò a giochi sempre più coreografici dal punto di vista del materiale di gioco stesso.
Questo trend, inizialmente inaugurato per introdurre un diversificatore (creare nuovi concept è difficle, cambiare l'ambientazione molto meno) divvene in seguito un vero e proprio traino!
Come si vede, l'abuso di forma va sempre risicare la sostanza. ^^
Per esempio Hotel è e resta una versione baraccona e moooolto semplificata del concept di Monopoli.
Ci sono però due giochi parecchio antichi che voglio ricordare.
Il primo Alta Finanza: ci giocavo in età prescolare e lo trovavo molto stimolante.
Il secondo: Life. Poi rivenduto con il nome di 'Traguardi', molti anni dopo. Ai tempi di life avrò avyto tre o quattro anni. Mi affascinava che il tabellone fosse un circuito chiuso: fai la tua vita e poi muori. Fico.
Questo trend, inizialmente inaugurato per introdurre un diversificatore (creare nuovi concept è difficle, cambiare l'ambientazione molto meno) divvene in seguito un vero e proprio traino!
Come si vede, l'abuso di forma va sempre risicare la sostanza. ^^
Per esempio Hotel è e resta una versione baraccona e moooolto semplificata del concept di Monopoli.
Ci sono però due giochi parecchio antichi che voglio ricordare.
Il primo Alta Finanza: ci giocavo in età prescolare e lo trovavo molto stimolante.
Il secondo: Life. Poi rivenduto con il nome di 'Traguardi', molti anni dopo. Ai tempi di life avrò avyto tre o quattro anni. Mi affascinava che il tabellone fosse un circuito chiuso: fai la tua vita e poi muori. Fico.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
E' vero, ma questo che dici vale solo per i giochi da "supermercato", cioè i giochi popolari.
In realtà vi è una fetta di mercato (piccola e sconosciuta in Italia ma enorme in paesi come la Germania) che si occupa di creare e vendere giochi basati su meccaniche innovative oltre che ambientazioni spettacolari.
Quando hai tempo butta un occhio a questa pagina dedicata ai "Giochi tedeschi" su wikipedia, ti farai un idea di quel che intendo (è difficile da spiegare senza far provare i giochi in questione).
Comunque anche noi in italia abbiamo avuto editori che si occupavano di giochi "diversi", come l'International Team ad esempio, anche se non erano molto pubblicizzati (o io non lo ricordo).
E attualmente "l'hobby" del gioco da tavolo sembra si stia facendo strada anche nel nostro paese, ci sono diversi editori impegnati su questo fronte, piccoli, ma presenti. Certo non vendono (e non venderanno mai) nei supermercati o nelle catene tipo Toys, però si danno da fare e la scelta è abbastanza varia (sopratutto rispetto a 4-5 anni fa quando l'unica soluzione era l'importazione).
Per chi fosse interessato all'argomento, qui ci sono diversi esempi (e recensioni) di giochi italiani e non.
Il problema è proprio la "concettualità", per questo il mercato cerca di farne a meno...
In realtà vi è una fetta di mercato (piccola e sconosciuta in Italia ma enorme in paesi come la Germania) che si occupa di creare e vendere giochi basati su meccaniche innovative oltre che ambientazioni spettacolari.
Quando hai tempo butta un occhio a questa pagina dedicata ai "Giochi tedeschi" su wikipedia, ti farai un idea di quel che intendo (è difficile da spiegare senza far provare i giochi in questione).
Comunque anche noi in italia abbiamo avuto editori che si occupavano di giochi "diversi", come l'International Team ad esempio, anche se non erano molto pubblicizzati (o io non lo ricordo).
E attualmente "l'hobby" del gioco da tavolo sembra si stia facendo strada anche nel nostro paese, ci sono diversi editori impegnati su questo fronte, piccoli, ma presenti. Certo non vendono (e non venderanno mai) nei supermercati o nelle catene tipo Toys, però si danno da fare e la scelta è abbastanza varia (sopratutto rispetto a 4-5 anni fa quando l'unica soluzione era l'importazione).
Per chi fosse interessato all'argomento, qui ci sono diversi esempi (e recensioni) di giochi italiani e non.
Qua Shito trovi un aneddoto/articolo molto interessante che forse spiega perché ciò che noti sia avvenuto (e del perché i giochi da me prima citati siano sconosciuti... e forse pure spiega il fallimento dell'International team), è il diciassettesimo intervento del Thread e l' Albertarelli autore lavora per la EG.Shito ha scritto:è evidente che da giochi più antichi tutti basati sulla 'concettualità' del gioco, ovvero la sua meccanica funzionale, con progredire di benessere e tecnologia si passò a giochi sempre più coreografici dal punto di vista del materiale di gioco stesso.
Il problema è proprio la "concettualità", per questo il mercato cerca di farne a meno...
una dozzina di anni fa persi una vagonata di carri in Kamchatka: da allora comunico alle mie truppe il loro obiettivo solo dopo aver riconquistato quella penisolaWillow ha scritto: Beh dai, anche il singolar tenzone con uno solo degli avversari è molto stimolante (detesto invece l'obiettivo "conquista 24 territori a scelta")...
E' assurdo definire "Terra" un pianeta composto per lo piu' da oceani. Arthur C. Clarke
Ale: ricordo bene la preminenza della Germania nel mercato dei giochi da tavolo, se non erro a Francoforte c'è anche una bellissima fiera a questo tema. Tipico l'aneddoto sul Monopolino: vuoi dire che gli italiani sono massimamente, concettualmente stupidi? Questo lo sapevo già, però!
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Questa storia di Risiko mi ricorda due aneddoti.
Il primo riguarda proprio Risiko: ho scoperto nella versione on-line che, quando giocavo sul tabellone, usavo regole praticamente inventate!
Però funzionava lo stesso!
Il secondo riguardava Monopoli: lo scopo del MIO gioco non era costruire alberghi a Parco della Vittoria, bensì quello di COMPRARE LA BANCA!!!
Ebbene sì!
Si concordava un prezzo accettabile per tutti i giocatori (attorno al fantastiliardo, solitamente), e ci si scannava per riuscire a raggiungere la maledetta cifra: dopodichè inizia l'usura!
Ah, credo di non aver MAI finito una partita di Monopoli in vita!
Il primo riguarda proprio Risiko: ho scoperto nella versione on-line che, quando giocavo sul tabellone, usavo regole praticamente inventate!
Però funzionava lo stesso!
Il secondo riguardava Monopoli: lo scopo del MIO gioco non era costruire alberghi a Parco della Vittoria, bensì quello di COMPRARE LA BANCA!!!
Ebbene sì!
Si concordava un prezzo accettabile per tutti i giocatori (attorno al fantastiliardo, solitamente), e ci si scannava per riuscire a raggiungere la maledetta cifra: dopodichè inizia l'usura!
Ah, credo di non aver MAI finito una partita di Monopoli in vita!
anch'io facevo quello!Shito ha scritto:La mia armata, sin da piccolo, era quella nera. Il bello è che non leggevo l'obiettivo distribuito con l'apposita carta. Il mio obiettivo era sempre e solo uno: DEVI CONQUISTARE IL MONDO.Willow ha scritto:
Risiko è uno di quei giochi immortali (e la mia armata verde, ecologista, anche.. sono imbattibile *___* )..
Però i Neri oppure i Rossi, solo in quanto i più sgargianti e fighettosi! XD
Somewhere, along the edge of the bell curve.
Ph.Me
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