Vi propongo la teoria "recuperata" e diffusa (ma non propriamente inventata) da Elaine Morgan sia nella spiegazione inglese della wikipedia (Aquatic ape hypothesis) sia in un riassunto italiano:
A prescindere dalla vostra opinione su questa teoria, apprezzerei molto leggere altre ipotesi scientifiche alternative, anche su argomenti diversi dall'evoluzione... non voglio arrivare alle ipotesi/bufale sull'allunaggio del '69 o simili: non mi interessa screditare le verità ufficiali quanto scoprire punti di vista diversi, validi e possibili.Scimmie di mare (fonte)
“L’origine della donna” della Morgan ci racconta come gli umani diventarono tali (è un libro ormai introvabile in libreria ma potete reperirlo in biblioteca).
Dodici milioni di anni fa le foreste dell’Africa centro occidentale, la regione dei Grandi Laghi, era la casa degli australopitechi, piccole scimmie arboree, che dovettero migrare a causa della ben nota ondata di caldo torrido che sconvolse il pianeta costringendoci a emigrare verso terre più fresche, abbandonando le foreste primordiali e attraversando, diretti a sud, territori arsi e spogli. E là fummo pasto per le belve con denti enormi che seguivano i nostri branchi usandoci come riserva di cibo. E fu proprio come sostiene la Morgan: le femmine gravide o con i piccoli in braccio erano le vittime più facili, impedite nella corsa. E come ancora oggi fanno le scimmie di piccole dimensioni (eravamo al di sotto del metro e venti centimetri) esse per sfuggire alle tigri dai denti a sciabola e agli enormi leoni si gettavano nell’acqua assumendo la posizione eretta e riuscendo così a toccare il fondo dei fiumi laddove le belve dovevano iniziare gia a nuotare.
Così quelle scimmie femmine indussero i maschi e il resto del branco a spostarsi lungo i fiumi, e rive dei laghi e del mare. E in effetti la scelta fu ottima anche per contrastare il caldo terribile.
Così vivemmo per milioni di anni sul bagnasciuga imparando a nutrirci non solo di vegetali e insetti ma anche di molluschi.
E questo provocò nei nostri antenati enormi mutazioni: in acqua la posizione eretta era più vantaggiosa, i peli superflui, ed era necessario produrre uno strato di grasso sottocutaneo per isolare il corpo dall’acqua. Il seno delle donne, unico per consistenza e conformazione tra i mammiferi terrestri, si sviluppò per isolare termicamente le ghiandole mammarie e fece il paio con lo svilupparsi delle labbra, carnose e a chiusura ermetica. Anche questa una particolarità che non esiste tra i mammiferi terrestri ed è invece comune a quelli acquatici in quanto permette ai piccoli di succhiare il latte in acqua. E così si sviluppò anche il naso a sifone che, qualità sconosciuta a cani, gatti, topi e cavalli, permette di immergersi verticalmente in acqua senza che questa entri nel corpo attraverso le narici.
Il fatto che i maschi passassero più tempo sulla terra ferma in cerca di cibo spiega perché essi siano tutt’ora più pelosi delle femmine. E l’istaurarsi dell’abitudine dei neonati di aggrapparsi ai capelli delle madri che galleggiavano intorno ad esse ci fa capire perché le donne abbiano capelli più folti e forti e perché raramente conoscano la calvizie.
La permanenza millenaria nell’acqua ci spiega anche perché i bambini possano ancora oggi essere partoriti in acqua e come mai a differenza dei neonati di coniglio, istrice e opossum sappiano nuotare senza problemi nell’istante stesso che vengono al mondo. La posizione idrodinamica dei nostri radi peli superflui, la lacrimazione degli occhi, sono altre caratteristiche umane che condividiamo con i mammiferi acquatici e semiacquatici (come i maiali, gli ippopotami e gli elefanti) e che sono assenti in tutti i mammiferi terrestri.
Altri residui di questo inizio di passaggio alla vita idrica sono il persistere del pelo sull’arcata sopraciliare e la presenza di una pellicina tra le dita nel 5% circa dei neonati (un’inizio di dita palmate).
Daltra parte questa fase di vita semiacquatica è l’unica possibilità per spiegare la nostra mutazione mentale.
Il dover assimilare comportamenti relativi a due diversi mondi sviluppò le nostre capacità intellettive. E questo sviluppo fu incrementato dalla necessità di imparare a aprire le conchiglie per divorare i molluschi, staccare i ricci di mare dalle rocce, spaccare le corazze dei granchi. [ecc.]