Il mio saluto a tutti. Qualcuno di voi forse si ricorderà di me. Posto molto poco, ed oramai mi manifesto solo per i commenti al film Ghibli di turno (infatti, l'ultima volta fu in occasione di Pom Poko), ma vi seguo spesso con molto interesse.
Soprattutto leggo con interesse i retroscena, le curiosità ed i preziosi dettagli di cui ci fa partecipi il sig. Cannarsi in merito alle fasi di doppiaggio, traduzione ed adattamento dei film. Peccato che abbia questo carattere così spigoloso (mi spiace molto per come se la sia presa Kiki) ed a volte corrosivo, perché secondo me una persona che svolga un ruolo così importante (e lavori su cose così importanti per tutti noi) e che ha una sì vasta cultura, potrebbe raccogliere e far raccogliere a noi ancor più buoni frutti di quanto ne portiamo tutti a casa adesso (che sono già molti) se solo certi spigoli li levigasse un po'...
Epperò il carattere non si cambia, indi...
Detto ciò, Shito/Cannarsi merita il plauso di tutti noi per il lavoro che svolge ogni volta con maggiore professionalità e competenza. Capiamoci: io non possiedo i requisiti culturali per verificare se davvero l'adattamento italiano del film sia stato fedele all'originale etc. Non conosco la lingua giapponese, né ho vaste nozioni in merito alla cultura nipponica. Però, credo che la meticolosità maniacale che Shito pone nel suo lavoro sia evidente a chiunque. E credo che le energie profuse per dare il massimo nel suo lavoro, rispettando quello degli artisti originali, siano sempre tangibili a chiunque legga i suoi resoconti. Il suo è un agire da vero appassionato. Alcune scelte che adotta saranno forse opinabili (chi ha le conoscenze per farlo li contesti se li ritiene errate), ma resta il fatto che per noi è una fortuna avere uno come lui (ovvero, un appassionato come noi) ad essere responsabile degli adattamenti dei film Ghibli. Ed è un'altra fortuna che sia così disponibile a dialogare con noi ed a condividere così tanti preziosi dettagli.
Indi, grazie sor Cannarsi...impara solo ad esser più cavaliere con le fanciulle
Passiamo ad Arrietty.
Io l'ho trovato BEL-LIS-SI-MO.
Con tutto il rispetto per Miyazaki e Hisaishi, tanto il regista esordiente Yonebayashi quanto la giovanissima compositrice Cécil Corbel non han fatto sentire minimamente la loro mancanza. Anzi, tutt'altro.
Finalmente una storia semplice e lineare, senza gli arditi simbolismi degli ultimi tre film del Maestro, ma non per questo priva di emozioni e di occasioni di meraviglia. Ed è proprio lo stile narrativo adottato da Yonebayashi, così attento ai dettagli e così affidata alla eloquenza narrativa dei suoni, dei silenzi e delle inquadrature, a fornire emozioni inaspettate (indimenticabile, per me, è la scena in cui Arrietty ammira per la prima volta una stanza, per la precisione una cucina, dove vivono gli umani, così vasta per lei da far apparire pentole e credenze come catene montuose e gli spazi racchiusi immensi). Un film dai tempi lenti e con pochi ma ben calibrati dialoghi. La suggestiva arpa e la bella voce della Corbel ammantano lo spettatore di magia. La Corbel non avrà la consumata esperienza di Hisaishi nel comporre colonne sonore, ma è un bene che in questo film si sia potuto contare su di una musica così equilibrata, sobria, davvero al servizio delle delicate emozioni da veicolare.
E poi i disegni e le animazioni impeccabili e ricchi di dettagli a cui lo Studio Ghibli ci ha abituati da oltre vent'anni.
Ripeto, il film, pur essendo molto Miyazakiano nello spirito come nel disegno (e non dimentichiamo che è lui a firmare il soggetto e la sceneggiatura), ha un'anima inedita proprio grazie alle sensibilità profuse da Yonebayashi e dalla Corbel (davvero bravissima). Insomma, si respira un po' di aria nuova. Non voglio con questo criticare Miyazaki, che resta il dio vivente che è, voglio solo dire che c'è di che esultare nel constatare che oltre a lui e Takahata lo Studio Ghibli può contare su altre firme di grande valore espressivo, altre anime sensibili capaci di raccontare storie con sensibilità diverse da quelle dei due grandi maestri ma non per questo meno affascinanti. E, diciamoci la verità, ultimamente Miyazaki aveva iniziato a ripetersi un po'...le future produzioni Ghibli rischiavano di stagnare in temi e contenuti sempre uguali. Per carità, non siamo ancora del tutto fuori pericolo, ma un film come Arrietty rasserena moltissimo su questo versante. E' un film più adulto di Ponyo e Chihiro, e più lineare e concreto di Howl (che in tutta sincerità non mi è mai piaciuto molto...ho preferito di gran lunga Arrietty...ma molto molto di più).
Inoltre fa bene chi sottolinea la componente politica e sociale del film. Non vi sono polo lirismo, delicatezza e sentimento. C''è una razza costretta a doversi nascondere e fuggire per vivere ed a "rubare" per sopravvivere. C'è l'impossibilità di un amore di vivere davvero ma non quella di nascere.
C'è molto in questo film. C'è davvero tanto.
Lo consiglio davvero a chiunque. E' un film che ridona speranze su di un mezzo espressivo, il cinema, sempre più impantanato, a livello mondiale, nelle melme del facile intrattenimento.
Bello bello bello
Finit
un saluto a tutti e torno nel silenzio (che forse meglio mi si confà)
Lemm