Heidi, Goldrake, Harlock and co. (Rai 1979)
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Heidi, Goldrake, Harlock and co. (Rai 1979)
un piccolo regalino estivo in occasione della pubblicazione in dvd di Goldrake, un filmato storico di cui si è tanto parlato https://www.youtube.com/watch?v=ZhyXvPyhGwI
Re: Heidi, Goldrake, Harlock and co. (Rai 1979)
Allucinante che non sia stata citata la fonte letteraria di Anne of Green Gables, come fosse un personaggio originale della giapponese Toy Animation. Ops, Toei, scusate.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Re: Heidi, Goldrake, Harlock and co. (Rai 1979)
Non essere troppo severo, Gualtiero. Alla fine si tratta di un prodotto pionieristico, che va preso per quello che è: non si può pretendere la precisa consapevolezza che è stata maturata in materia (nemmeno da parte di tutti, peraltro) solo dopo molti anni. Soprattutto, va posto nel suo contesto: all'epoca si discuteva ferocemente del presunto tenore diseducativo dei 'cartoni animati giapponesi', culminato in una caccia alle streghe che portò persino alla sospensione del doppiaggio e della messa in onda di Majinger Z sulla RAI. Inoltre, non si dimentica di specificare - contro un'altra diffusissima convinzione dell'epoca - che gli anime non erano realizzati 'col computer', come voleva il luogo comune, ma in forza di un onesto lavoro artigianale.
Alla fine mi pare il tentativo, con i mezzi dell'epoca, di presentare un fenomeno del tutto nuovo, sul quale in Italia non c'era praticamente bibliografia di riferimento; in fondo un filmato come questo, visto ora, più che come presentazione credibile del fenomeno anime, è importante per noi, perché rappresenta un 'come eravamo' della nostra generazione: se si ha la cura e l'onesta consapevolezza di non cadere nella sindrome della 'Girella' ci si può persino divertire e provare un pizzico di nostalgia.
Alla fine mi pare il tentativo, con i mezzi dell'epoca, di presentare un fenomeno del tutto nuovo, sul quale in Italia non c'era praticamente bibliografia di riferimento; in fondo un filmato come questo, visto ora, più che come presentazione credibile del fenomeno anime, è importante per noi, perché rappresenta un 'come eravamo' della nostra generazione: se si ha la cura e l'onesta consapevolezza di non cadere nella sindrome della 'Girella' ci si può persino divertire e provare un pizzico di nostalgia.
Re: Heidi, Goldrake, Harlock and co. (Rai 1979)
Trovo umiliante che molte persone italiane, tra cui anche seri professionisti, abbiano conosciuto opere della letteratura occidentale prima o solo tramite l'animazione giapponese. E spesso non se ne sono resi affatto conto.
Trovo umiliante che "Piccola Principessa" si chiamasse, in animazione da noi, ""Lovely Sara". Che "Il Giardino Segreto" fosse "Mary e il giardino dei misteri". Eccetera eccetera.
Trovo umiliante la stupidità e l'ignoranza professionale.
Tempi pioneristici UN CAVOLO! Non sto dicendo che un italiano dovesse sapere di sakugakantoku e setteiho. Ma *un romanzo occidentale*, e di simile caratura, lo DEVE conoscere meglio un giornalista italiano che un produttore di animazione giapponese.
Ti pare?
Quel tizio lì era pagato con soldi pubblici.
E no, Ivano. Il fumo negli occhi della nostalgia dell'irrilevante è il primo mattone per distogliere lo sguardo dal rilevante.
A tutte le età, in tutte le epoche.
(E comunque, di mio non ero così. Mi rendevo conto che le cose giapponesi erano giapponesi, e che qualche idiota le aveva alterate pensando che anche io fossi idiota come lui. Avevo sei, sette, otto anni. Non lo ero.)
Trovo umiliante che "Piccola Principessa" si chiamasse, in animazione da noi, ""Lovely Sara". Che "Il Giardino Segreto" fosse "Mary e il giardino dei misteri". Eccetera eccetera.
Trovo umiliante la stupidità e l'ignoranza professionale.
Tempi pioneristici UN CAVOLO! Non sto dicendo che un italiano dovesse sapere di sakugakantoku e setteiho. Ma *un romanzo occidentale*, e di simile caratura, lo DEVE conoscere meglio un giornalista italiano che un produttore di animazione giapponese.
Ti pare?
Quel tizio lì era pagato con soldi pubblici.
E no, Ivano. Il fumo negli occhi della nostalgia dell'irrilevante è il primo mattone per distogliere lo sguardo dal rilevante.
A tutte le età, in tutte le epoche.
(E comunque, di mio non ero così. Mi rendevo conto che le cose giapponesi erano giapponesi, e che qualche idiota le aveva alterate pensando che anche io fossi idiota come lui. Avevo sei, sette, otto anni. Non lo ero.)
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)