Ci sono spoiler.
Ho trovato la storia molto più leggera rispetto a quella della serie tv, ma in ogni caso ben costruita, con spunti e riflessioni interessanti e molto piacevole.
Sadamoto, ha caratterizzato Shinji come un adolescente svogliato, "non ascoltato", ma, a differenza di Anno, senza sfociare in una crisi esistenziale e secondo me, senza realizzare una critica come quella di Anno.
Certo, il manga è legato alla serie tv, ma ho l'impressione e credo che se nell'opera di Anno (e dello staff Gainax) vi era una lettura multistrato con metafore più o meno velate sulla società giapponese, di converso l'opera di Sadamoto risulta una narrazione con meno piani di lettura e si focalizzi maggiormente su una storia di crescita adolescenziale.
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RAPIDA CARRELLATA SULLA SERIE TV
Per cercare di fare un discorso quantomeno contestualizzato, senza voler risultare completo o troppo noioso, faccio una rapida carrellata di alcuni livelli di lettura della serie tv, che vanno da questioni sociali a psicologiche, fino a toccare argomenti filosofici:
- critica dello status dell'animazione giapponese degli anni '90: vuota come la città di Neo-Tokio 3.
- un gruppo di principianti Nerv/Gainax che tenta di salvare il mondo/l'animazione?!
- il senso di inferiorità del Giappone post seconda guerra mondiale (evidente anche nel film di Miyazaki Kaze Tachinu), rispetto l'occidente Europeo, rispetto all'America, la guerra fredda e la conseguente crescita matta e disperatissima verso il progresso (?) tecnologico (ricordiamo come veniva visto di converso il Giappone nella sua crescita esponenziale, in film come Blade Runner... Cyberpunk, super tecnologie, robot...). Gli Evangelion in mano a dei bambini/Nerv e pilotati da quattordicenni.
- il complesso di Edipo su scala locale (Shinji - Gendo - Yui/Rei) e su scala globale (Lilim - Adam - Lilith), l'entry plug come ventre materno, l'LCL e il liquido amniotico, il concetto di distacco. Una critica agli otaku e a parte della società giapponese dell'epoca (non so come sia adesso); cito due pezzi:
1
2Anno understands the Japanese national attraction to characters like Rei as the product of a stunted imaginative landscape born of Japan’s defeat in the Second World War. “Japan lost the war to the Americans,” he explains, seeming interested in his own words for the first time during our interview. “Since that time, the education we received is not one that creates adults. Even for us, people in their 40s, and for the generation older than me, in their 50s and 60s, there’s no reasonable model of what an adult should be like.” The theory that Japan’s defeat stripped the country of its independence and led to the creation of a nation of permanent children, weaklings forced to live under the protection of the American Big Daddy, is widely shared by artists and intellectuals in Japan. It is also a staple of popular cartoons, many of which feature a well-meaning government that turns out to be a facade concealing sinister and more powerful forces.
Anno pauses for a moment, and gives a dark-browed stare out the window. “I don’t see any adults here in Japan,” he says, with a shrug. “The fact that you see salarymen reading manga and pornography on the trains and being unafraid, unashamed or anything, is something you wouldn’t have seen 30 years ago, with people who grew up under a different system of government. They would have been far too embarrassed to open a book of cartoons or dirty pictures on a train. But that’s what we have now in Japan. We are a country of children.”
- il "Nigecha dame da!/ Non devo fuggire!" di Shinji/Anno.Anno: Yes. It’s a story of the Oedipus Complex, where one kills one’s father and violates one’s mother. However, when I started [Eva], I thought I was the same. Because it [was?] a story where Shinji kills his father and steals his mother from him.
Takekuma: A mother who has become a giant (laughs).
Anno: There was this replacement by a robot, so the original mother is the robot, but then there is a mother of the same age, Rei Ayanami, by [Shinji’s] side. [She is] also by the side of the real father. There is also another father there, Adam, who governs the overall course of events. An Oedipus Complex within these multiple structures; that’s what I wanted to do. Ai to Gensou no Fascism. I think there are ideological elements that are the same as those in the novel. […] The thing that most moved me was [the fact that] when the protagonist, Touji Suzuhara, attempted to kill the current Prime Minister, he felt [the Prime Minister] was a lot like his father. I think he kills his father and violates the mother “Japan.” That’s why he goes on to destroy Japan. I really like that passage. I like that Ryuu Murakami’s real feelings are coming out. In a big way. The novel itself is extremely boring, however (laughs).
- la necessità di riferirsi a testi di psicologia, per usare le parole giuste a descrivere certi argomenti:
- il disprezzo e l'odio per se stessi (Misato, Ritsuko, Shinji, Asuka, etc...)In passato, non avevo avuto alcun interesse a studiare la psicologia umana. Avevo solamente frequentato un corso all'università, ma credo di aver sempre avuto qualcosa nella mia mente con cui potevo analizzare la psiche umana. Pensavo di non essere interessato molto agli umani, ma quando incominciavo a parlare di me, avvertivo il bisogno di parole giuste per spiegarmi. Così, incominciai a leggere libri sulla psicologia. Dal sedicesimo episodio, la trama di Evangelion prese una direzione con la quale si intendeva chiedere solo com'è la mente umana al suo interno. Ho scritto su di me. Un mio amico mi prestò un libro sulle malattie psicologiche umane, e questo mi diede una scossa, come se avessi finalmente trovato quello che dovevo dire.
- difficoltà di comunicazione/ di empatia / di creazione di legami (a la "Petit Prince") e adulti poco stabili: Misato e la sua vita tra lattine di birra e sesso random, Naoko/Ritsuko/Gendo e le loro scappatelle, Shinji, Asuka tra traumi infantili, mancanza di figure di riferimento, problemi adolescenziali, esistenziali ed una visione malata del sesso (tipo tutto l'End of Evangelion...)
- i problemi dell'animo e il dilemma del porcospino
- i concetti di divenire e cambiamento (e.g. Kaji "vivere significa cambiare", Ritsuko "omeostasi e transistasi", Yui/Kaworu "tutto scorre con la corrente")
- i concetti di coltivare (ep. 17 - Kaji e il campo di cocomeri), di fare le cose da se stessi (Shinji che non ha mai fatto nulla da se stesso, il pilotare l'Eva era qualcosa di imposto (quel ragazzo fa qualsiasi cosa gli venga detto di fare ep.3/4 se non ricordo male) anche il violoncello era qualcosa di non suo (ep. 26)), di prendersi le responsabilità (ep. 19)
- le varie angolazioni da cui guardare la realtà, la ricerca di una speranza, del fatto che se non ami te stesso non puoi amare gli altri e così via...
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IL MANGA
Insomma, la serie tv è davvero colma di spunti interessanti... e il manga?
Beh, il manga, ha anch'esso molte sfaccettature che da una parte si rifanno a queste che ho elencato e dall'altra ne aggiunge di nuove.
Iniziamo dal protagonista, Shinji, descritto da Sadamoto:
(cfr. http://www.dummy-system.com/sadamoto-da ... ntervista/)Nell’anime lavoro insieme ad Anno, e quindi niente è una scelta del tutto mia, nel manga invece ho più libertà di approfondire quello che voglio.
La più grande differenza per esempio è che nel manga Shinji viene presentato come un ragazzaccio, cosa che non è così esplicita nell'anime.
Nel manga Shinji non ha voglia di fare nulla, non è uno che vuole mettercela tutta, mentre nell’anime è un po’ più positivo, dice “Non devo fuggire!”.
Nel manga non si pone lo stesso problema, si dice “Io scappo!” (ride).
Nel caratterizzare il personaggio volevo che fosse il più vicino possibile alle problematiche e agli atteggiamenti tipici di quell'età. Gli adolescenti hanno un po’ questo modo di fare, e io volevo esplorare questo aspetto.
Particolarmente interessante questa affermazione di Sadamoto, che evidenzia le differenze tra il suo Shinji e quello di Anno; ed in effetti è vero, rapida carrellata di alcuni momenti in cui questa caratterizzazione differente viene fuori:
- Shinji che non rimane a pilotare l'eva 01 per un leitmotiv interiore "non devo fuggire!", ma affronta la prova quasi con un bagliore di orgoglio ferito "gli farò vedere a mio padre!", che tuttavia nasconde un bisogno di attenzione inconscio, come sarà chiaro più avanti nel proseguire del manga (quelle parole le avrei volute sentire da mio padre...vol.1)
- Shinji che risponde sarcastico a Misato nel vol.1 e nel vol.2, a Toji nel vol.2 sul terrazzo della scuola, con Kaji nel vol.7 mentre questi gli racconta del suo passato tra fame e povertà (mi ha fatto venire in mente un paragone con Seita di Hotaru no Haka, ragazzo moderno vs. povertà... sarcasmo, fuga etc.)
- Shinji e i siparietti scolastici o con gli amici - vol.3 che infila le dita nel naso a Toji, la festicciola a casa di Misato e la baldoria vol.5 (nell'anime ricordo che Shinji era rimasto distaccato nell'ep.12), le vicissitudini scolastiche insieme a Toji, Kensuke, Hikari e Asuka (vol.6), il pranzo da Toji, il caffè a casa di Rei (mi pare vol.5) etc...
- Shinji che cerca di distruggere la base dopo la morte di Toji e sferra un pugno diretto al padre nel vol.7
- Shinji e Gendo - il pensiero ricorrente alla scena del cimitero - le persone non possono comprendersi a vicenda
- Shinji che fugge (e non si dice "non devo fuggire!")
- Shinji e caratterizzazione molto più approfondita riguardo l'infanzia, con tanto di episodi fondamentali: in piscina con la madre Yui e la promessa, mani che si allontanano Shinji piccolino al cimitero con Gendo, l'episodio della bici e la capanna costruita dagli zii, l’influenza a letto (qualcuno mi ascolti, qualcuno mi stia vicino), la tematica del “sentirsi solo anche in gruppo” messa in evidenza dagli episodi della pesca dei gamberi e dell’invito ai videogiochi (vol.13 e vol.14), dove viene invitato solo per gentilezza … etc
- Shinji e le due domande cardine: "cosa desidero fare da grande?" (monologo interiore sul treno riguardo un tema scolastico - prologo vol.1 - riproposizione nell'ultimo capitolo del vol.13 - riproposizione del monologo nel last stage del vol.14) e "questo è davvero un mondo che sento di dover proteggere?" (vol.11 dopo la morte di Kaworu e vol.14 nel mare di LCL) ... e così via.
Insomma, uno Shinji decisamente meno afflitto da problematiche psicologiche esistenziali, ma più schiacciato da questioni concrete, con reazioni altrettanto veritiere.
In particolare ho apprezzato molto lo spazio dedicato al personaggio di Kaji, che nel manga risulta davvero un punto di riferimento per Shinji, tra la visita all'acquario e la questione di non staccare gli occhi dalla realtà, alla vicenda nel vol.7 in cui Kaji lo aiuta ancora una volta in questa direzione, aiutandolo a prendersi delle responsabilità. Ho trovato azzeccatissima la scelta di Sadamoto di far combattere Shinji contro gli Eva series, andando in aiuto di Asuka.
Nella prima battaglia da uomo contro Zeruel nel vol.7, Shinji dopo il discorso di Kaji, urla "io sono il pilota dello 01, fammi salire a bordo papà!", una situazione simmetrica a quanto accaduto nel vol.1, solo che lì la scelta era stata quasi una sfida (se morissi sticazzi, ma intanto gli faccio vedere io chi sono!) a tratti passiva, mentre questa volta vi è una volontà molto più vicina ad una presa di responsabilità.
Nella seconda battaglia da uomo nel vol.10, Shinji vuole scendere in campo per salvare Rei, anche se alla fine non ci riesce...
Con la distruzione di Neo-Tokio 3, con la perdita di Rei II, Asuka, Kaji, Kaworu e sentendosi solo un ingranaggio in qualcosa di troppo più grande di lui, Shinji si riversa
sul letto nel più totale torpore, nella più totale confusione. Cosa deve fare? ---> disperazione ---> fuga nel vol.12
Nonostante ciò, alla fine arriva Misato e con un discorso sintetico ma efficace aiuta il third child a ritrovare una speranza: "Sali sull’EVA e chiediti perché sei venuto qui, perché sei qui. Comincia a camminare con le tue gambe. Cerca le tue risposte senza appoggiarti agli altri. Cerca di capire cosa vuoi fare del tuo futuro. Cerca da solo la tua risposta."
Nella terza battaglia da uomo nel vol.13, Sadamoto decide di far evolvere Shinji dopo la promessa a Misato, facendolo scendere in campo per aiutare Asuka contro la serie degli Eva... in questo frangente notiamo un siparietto che evolve quello accaduto nel finale del volume 4; in quest'ultimo Shinji riceve i complimenti di Asuka, nel volume 13 vediamo invece Shinji che nonostante i moti esuberanti della second, risponde con serenità alla sua pungolata e qui Asuka arrossisce. Sembrano davvero due ragazzi risolti ed in pace con se stessi, per questo in grado di affrontare la vita con le sue varie sfumature (sembravano quasi una coppietta in stile Misato e Kaji quando si punzecchiano a vicenda!).
Alla fine però, la psiche di Shinji crolla nuovamente di fronte al third impact e alla visione di Rei gigante e allora sì, basta così, basta sofferenze, desidero un mondo ideale.
Qui Shinji rammenta tutti i ricordi perduti, fino alla promessa fatta con la mamma: "tu sarai colui che proteggerà la felicità delle persone".
Sadamoto ci presenta quindi un riepilogo nel mare di LCL, nel dialogo tra Shinji e Rei:
1. le parole di Gendo, sulle difficoltà di comunicazione tra persone
2. le parole di Yui, il figlio sarà colui che dovrà difendere la felicità delle persone
Mixando queste due questioni, Shinji decide di fermare il perfezionamento e sperimentare da sé, non solo le parole di Gendo, ma anche quelle di Yui, soprattutto nell’ottica che Shinji ha solo visto la personalità disadattata di Gendo e quella degli zii, e non ha avuto come pietra di paragone una persona come Yui, che invece ci credeva nel mondo e nella vita e come Shinji stesso ha detto nel vol.14 lei era l’unica persona che gli voleva bene in modo disinteressato.
Per questa mancanza di pietre di paragone positive e stabili dopo Yui, Shinji era arrivato sul punto di cancellare tutto, ma poi rammentando la promessa, decide di fermarsi e provare da se stesso (“Anche se mio padre mi ha detto che le persone non potranno mai arrivare a comprendersi a vicenda in modo perfetto, Ayanami, devo sperimentarlo da me stesso, con queste mani…” e qui io aggiungo “perché invece mia madre ci credeva nella vita e mi aveva detto di proteggere la felicità degli esseri umani” che infatti si ricollega al monologo sul treno “anche se non ho mai cercato la speranza non significa che non esista”, semplicemente lui non ha mai avuto esempi concreti di questa speranza); una piccola pecca secondo me, è data dalla brevità dell’analisi psicologica di Shinji compiuta da Sadamoto, nel farlo passare dalla disperazione dei cap. 91/92, alla volontà di fermare tutto dei cap. 93/94.
E qui Sadamoto crea qualcosa di davvero bellissimo (imho): la tematica del contatto.
Quando avrà chiara la sua propria forma, la verità nel fondo del proprio animo vol.14 cap.95, Shinji riuscirà a tornare in forma umana, allora potrà iniziare a cercare la speranza, camminando con le sue proprie gambe (Yui e Gendo sottolineano il concetto già detto da Misato nel vol.12) e provare a creare un legame, come quello che si era formato tra lui e Rei, il contatto umano (empatia fisica e mentale) contro il nulla del mondo ideale di LCL.
Ed alla fine, Shinji si incammina...
Finalmente un finale completo sia nella forma che nel contenuto!
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Credo che mi fermerò qui, perché ho finito per fare un sunto del personaggio di Shinji e di come questo è stato delineato da Sadamoto.
Mi sento di aggiungere come ultime considerazioni, le seguenti:
- ottima caratterizzazione di Yui (stupendo cap.92 con tutte le motivazioni di Yui, nonché il confronto con Gendo e ancora nell'extra stage, l'incontro tra Yui e Gendo all'università), Gendo (le sue motivazioni spiegate nel vol.12, il confronto con Yui), Kaji (riferimento per Shinji e il suo passato) e Misato (tra le varie cose, ho apprezzato molto la scelta di Sadamoto di far dire a Misato del desiderio di una famiglia, vol.2).
- mi sarebbe piaciuto qualche siparietto in più del trio Kaji, Misato, Ritsuko (come la scena al Lounge bar nell'ep.15 della serie tv, come l'infanzia di Misato raccontata nell'ep.20)... che avrebbero reso il manga strutturato più a tutto tondo e non solo incentrato sul percorso di crescita di Shinji.
- buona caratterizzazione di Ritsuko (emblematica la scena in cui tenta di soffocare Rei)
- straordinaria caratterizzazione del percorso di Rei, da bambola vuota, al monologo interiore nel vol.10, al contatto delle mani con Shinji, fino alla risoluzione: "sono piena delle cose che ho imparato"
- secondo me, un po' sottotono Asuka, anche se ho apprezzato il flashback nel vol.9
- riguardo Kaworu, preferisco quello della serie tv, ma è molto interessante la scelta di Sadamoto di creare un personaggio avulso dalle questioni umane, ma che pian piano inizia a rimanerne invischiato anche lui!
Che dire?
Non credo sia un capolavoro, ma secondo me è un validissimo manga (come contenuti) e molto piacevole.
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Chiedo infine a Shito, se vuole riportare qui il suo commento su Eva scritto sul topic di Kaguya Hime, che contiene tantissime altre considerazioni, che condivido pienamente.