Mitsuru Adachi: il topic
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Mitsuru Adachi: il topic
Ebbene amici, ecco che è finito H2.
Che devo dire? Sarò di parte ma si è rivelato stupendo. Oddio, globalmente non raggiungerà i livelli di Touch e Rough ma c'è poco da criticare.
H2 è finora l'opera più lunga di Mitsuru Adachi, ben 34 volumi, ma si sa che quando parla di baseball lui si fa prendere la mano, del resto è uno sport che per i suoi ritmi e le sue sfide faccia a faccia rende molto bene nel contesto narrativo di un fumetto.
Ma non giriamoci intorno, H2, come molte altre opere del Maestro, non è un manga catalogabile come meramente "sportivo". Parla soprattutto di altro. Di sentimenti e speranze, dell'adolescenza di un gruppo di ragazzi che non tornerà mai più, di un miraggio da inseguire. Ed ecco che ci accorgiamo che i suoi personaggi non sono che attori sul palcoscenico della vita.
Ma torniamo a cose concrete: ne sentivo parlare come di un "rifacimento" di Touch, però durante la lettura ciò si è rivelato infondato. Certo, è volutamente pieno di citazioni tratte dal capolavoro di Adachi, dal cane al "Minamikaze", ma la storia, pur nello stesso solco, è comunque nettamente diversa. Un po' come se, 10 anni dopo, altri ragazzi si trovassero ad affrontare le stesse sfide. Tuttavia mentre Tacchan/Minami contemplava un finale "obbligato", la presenza del triangolo Hiro/Haruka/Hikari rendeva più incerto l'epilogo di H2.
Che devo dire? Sarò di parte ma si è rivelato stupendo. Oddio, globalmente non raggiungerà i livelli di Touch e Rough ma c'è poco da criticare.
H2 è finora l'opera più lunga di Mitsuru Adachi, ben 34 volumi, ma si sa che quando parla di baseball lui si fa prendere la mano, del resto è uno sport che per i suoi ritmi e le sue sfide faccia a faccia rende molto bene nel contesto narrativo di un fumetto.
Ma non giriamoci intorno, H2, come molte altre opere del Maestro, non è un manga catalogabile come meramente "sportivo". Parla soprattutto di altro. Di sentimenti e speranze, dell'adolescenza di un gruppo di ragazzi che non tornerà mai più, di un miraggio da inseguire. Ed ecco che ci accorgiamo che i suoi personaggi non sono che attori sul palcoscenico della vita.
Ma torniamo a cose concrete: ne sentivo parlare come di un "rifacimento" di Touch, però durante la lettura ciò si è rivelato infondato. Certo, è volutamente pieno di citazioni tratte dal capolavoro di Adachi, dal cane al "Minamikaze", ma la storia, pur nello stesso solco, è comunque nettamente diversa. Un po' come se, 10 anni dopo, altri ragazzi si trovassero ad affrontare le stesse sfide. Tuttavia mentre Tacchan/Minami contemplava un finale "obbligato", la presenza del triangolo Hiro/Haruka/Hikari rendeva più incerto l'epilogo di H2.
Ultima modifica di spaced jazz il mar feb 15, 2005 11:55 pm, modificato 1 volta in totale.
Premetto che Adachi Mitsuru è il mio mangaka preferito in ASSOLUTO.
Detto questo, ammetto di avere amato molto H2, come tutte le opere del maestro, per quanto anch'io non la reputi all'altezza di Touch o Rough.
Se da un canto trovo Touch davvero vivido e violento, nella sua freschezza e imperfezione, dall'altro Rough è semplicemente impeccabile in tutto. Al contrario, H2 non riesce a essere né l'uno né l'altro.
Ma attenzione, è comunque Adachi, e la narrativa di Adachi vive di momenti, proprio come la vita. Adachi riesce a tratteggiare il sentimento senza spiegarlo, nei silenzi, negli sguardi, ed è sempre impressionante per questo.
Come dimenticare il momento in cui è Koutaro, di suo, a decidere che Tatsuya avrebbe lanciato 'sul serio' quell'ultima palla, poiché Tatsuya non avrebbe mai potuto prendersi -egoisticamente- il rischio di una finale per una soddisfazione personale, laddove l'amico e capitano può ben farlo per lui?
Ecco Adachi.
Come dimenticare il mondo in cui Ogata insegna a Kume che ci sono cose che gli piacciono più del cibo?
Potrei davvero riempire decine di K di testo, citando momenti simili, nella narrativa di Adachi. Ogni giropagina può riservarci una nuova emozione, minimilasta ma intensa, indelebile. Oppure una risata sincera. O un sorriso sornione. Quello che vuole lui.
In H2 è impressionante l'autoironia della tecnica del fumetto, con la presa in giro del personaggio che racconta cosa note ai presenti per beneficio del lettore. E ancora, tanti momenti. Io mio preferito, forse, lo sguardo di Hikari che non riesce a dormire nel ryoukan insieme a Hiro, mentre Hiro dorme della grossa, come un bambino.
E' sorpattutto la dinamica psicosessuale, che mi affascina, nel narrare di Adachi. Mi ricorda così tanto la visione Miyazakiana, con donne sempre concrete sul mondo, e uomini sempre persi nei loro ideali.
Mondi fatti di eroi delle idee e dei sogni, e eroine della vita e delle giorante.
Io credo che sia proprio così anche nella realtà.
Detto questo, ammetto di avere amato molto H2, come tutte le opere del maestro, per quanto anch'io non la reputi all'altezza di Touch o Rough.
Se da un canto trovo Touch davvero vivido e violento, nella sua freschezza e imperfezione, dall'altro Rough è semplicemente impeccabile in tutto. Al contrario, H2 non riesce a essere né l'uno né l'altro.
Ma attenzione, è comunque Adachi, e la narrativa di Adachi vive di momenti, proprio come la vita. Adachi riesce a tratteggiare il sentimento senza spiegarlo, nei silenzi, negli sguardi, ed è sempre impressionante per questo.
Come dimenticare il momento in cui è Koutaro, di suo, a decidere che Tatsuya avrebbe lanciato 'sul serio' quell'ultima palla, poiché Tatsuya non avrebbe mai potuto prendersi -egoisticamente- il rischio di una finale per una soddisfazione personale, laddove l'amico e capitano può ben farlo per lui?
Ecco Adachi.
Come dimenticare il mondo in cui Ogata insegna a Kume che ci sono cose che gli piacciono più del cibo?
Potrei davvero riempire decine di K di testo, citando momenti simili, nella narrativa di Adachi. Ogni giropagina può riservarci una nuova emozione, minimilasta ma intensa, indelebile. Oppure una risata sincera. O un sorriso sornione. Quello che vuole lui.
In H2 è impressionante l'autoironia della tecnica del fumetto, con la presa in giro del personaggio che racconta cosa note ai presenti per beneficio del lettore. E ancora, tanti momenti. Io mio preferito, forse, lo sguardo di Hikari che non riesce a dormire nel ryoukan insieme a Hiro, mentre Hiro dorme della grossa, come un bambino.
E' sorpattutto la dinamica psicosessuale, che mi affascina, nel narrare di Adachi. Mi ricorda così tanto la visione Miyazakiana, con donne sempre concrete sul mondo, e uomini sempre persi nei loro ideali.
Mondi fatti di eroi delle idee e dei sogni, e eroine della vita e delle giorante.
Io credo che sia proprio così anche nella realtà.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Molto bello questo tuo commento, che non posso non condividere
Sin dalla prima lettura di Rough, ormai molti anni addietro, mi ha sempre stupito e affascinato la capacità di suscitare emozioni che questo artista ottiene con i semplici e poetici tratti dei suoi disegni. Un genio.
Apprendo anche con piacere la tua grande ammirazione verso Adachi, autore che purtroppo è assai sottovalutato dal grande pubblico italiano, sia per una visione superficiale e poco attenta delle sue opere, sia per una politica editoriale abbastanza scellerata, vedi l'ultimo caso "Katsu-Play Press".
Ritornando a H2, a mente "fredda" considero questo manga come il tentativo di Adachi di creare una specie di summa delle sue opere, una commedia sentimentale sul baseball che prende a piene mani e rimescola gli elementi dei vecchi lavori, in particolare Nine, Touch e Miyuki... addirittura Aoba ni Kaze, una vecchia storia breve di una 40ina di pagine, presenta gli stessi identici quattro protagonisti.
Forse il principale difetto, come avevo accennato, è l'eccessiva lunghezza, in 34 volumi c'era parecchio spazio per subplots sui comprimari che non è stato del tutto sfruttato. Era un manga migliore se durava una decina di numeri in meno.
Comunque, data la tua competenza in materia, mi piacerebbe sapere l'esatta traduzione italiana di Hiatari Ryoukou e di Itsumo Misora, visto che ne ho lette di tutti i colori.
Per concludere, due appunti:
-Ovviamente sai che è attualmente in onda in Giappone il drama di H2 (ovvero il telefilm dal vivo), che ne pensi? E' la scemenza che suppongo?
Qui per i curiosi c'è un link con delle immagini: http://www.tbs.co.jp/H2/gallery.html
-Spero che queste considerazioni su Adachi spingano qualche altro utente del forum a leggere le sue opere: fatelo, è un grande autore.
Sin dalla prima lettura di Rough, ormai molti anni addietro, mi ha sempre stupito e affascinato la capacità di suscitare emozioni che questo artista ottiene con i semplici e poetici tratti dei suoi disegni. Un genio.
Apprendo anche con piacere la tua grande ammirazione verso Adachi, autore che purtroppo è assai sottovalutato dal grande pubblico italiano, sia per una visione superficiale e poco attenta delle sue opere, sia per una politica editoriale abbastanza scellerata, vedi l'ultimo caso "Katsu-Play Press".
Ritornando a H2, a mente "fredda" considero questo manga come il tentativo di Adachi di creare una specie di summa delle sue opere, una commedia sentimentale sul baseball che prende a piene mani e rimescola gli elementi dei vecchi lavori, in particolare Nine, Touch e Miyuki... addirittura Aoba ni Kaze, una vecchia storia breve di una 40ina di pagine, presenta gli stessi identici quattro protagonisti.
Forse il principale difetto, come avevo accennato, è l'eccessiva lunghezza, in 34 volumi c'era parecchio spazio per subplots sui comprimari che non è stato del tutto sfruttato. Era un manga migliore se durava una decina di numeri in meno.
Comunque, data la tua competenza in materia, mi piacerebbe sapere l'esatta traduzione italiana di Hiatari Ryoukou e di Itsumo Misora, visto che ne ho lette di tutti i colori.
Per concludere, due appunti:
-Ovviamente sai che è attualmente in onda in Giappone il drama di H2 (ovvero il telefilm dal vivo), che ne pensi? E' la scemenza che suppongo?
Qui per i curiosi c'è un link con delle immagini: http://www.tbs.co.jp/H2/gallery.html
-Spero che queste considerazioni su Adachi spingano qualche altro utente del forum a leggere le sue opere: fatelo, è un grande autore.
Grazie del tuo apprezzamento, è sempre bello parlare di Adachi, un po' come leggero. E' uno di quegli autori che ti mette dentro pagine tanto belle che ricordarle rievoca sempre il sentimento.spaced jazz ha scritto:Molto bello questo tuo commento, che non posso non condividere
陽あたり良好!Comunque, data la tua competenza in materia, mi piacerebbe sapere l'esatta traduzione italiana di Hiatari Ryoukou e di Itsumo Misora, visto che ne ho lette di tutti i colori.
Hiatari Ryoukou!
ovviamente si traduce "quest'allegra..." ehm...
seriamente, direi che la traduzione migliore sia:
Convenientemente/favorevolmente [esposto] al sole!
いつも美空
Itsumo Misora
Sempre bel cielo
A me in genere piace la fiction giapponese, perché la trovo deliziosamente naif, ma come dico sempre, i fumetti di Adachi nascono e muoiono su carta. Lui è TROPPO fumettista, non si riesce a trasferire in una narrativa dotata di tempo proprio le sue storie senza perderne il ritmo nativo. Il cartone animato di H2 è ad esempio molto ben fatto, ma non riesce a rendere l'originale, IMHO.Per concludere, due appunti:
-Ovviamente sai che è attualmente in onda in Giappone il drama di H2 (ovvero il telefilm dal vivo), che ne pensi? E' la scemenza che suppongo?
Qui per i curiosi c'è un link con delle immagini: http://www.tbs.co.jp/H2/gallery.html
Non so queste considerazioni, non so altri utenti, ma io ho forzato la mia sorellina [che leggeva manga] a leggere Adachi.-Spero che queste considerazioni su Adachi spingano qualche altro utente del forum a leggere le sue opere: fatelo, è un grande autore.
"ma perché?"
"perché così capirai la differenza tra una commedia romantica stupida e una intelligente e poetica"
Dopo, mi ha dato ragione.
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E' verissimo, anche per questo sono assai critico verso gli anime tratti da Adachi, anche oltre i reali demeriti, del resto è lo stesso autore il primo a prenderne le distanze come si legge in una vecchia intervista:Shito ha scritto: A me in genere piace la fiction giapponese, perché la trovo deliziosamente naif, ma come dico sempre, i fumetti di Adachi nascono e muoiono su carta. Lui è TROPPO fumettista, non si riesce a trasferire in una narrativa dotata di tempo proprio le sue storie senza perderne il ritmo nativo.
"Mi limito a leggere la sceneggiatura e intervengo solo per le parti che ritengo davvero orribili. Credo di lasciare molta libertà alla Casa di Produzione. In ogni modo, le modifiche apportate sono state notevoli solo per lo trasposizione in OAV di Slow Step.
Di contro, in Touch è stato modificato davvero poco. Tra le serie animate penso che Nine sia quella più riuscita.
Certo, non sempre le idee che ho in mente trovano una trasposizione adeguata, ma se mi mettessi a cercare tutti i difetti non finirei più... In fin dei conti sono stato io ad affidare tutto alla produzione! L'anime di Miyuki, invece, mi ha deluso: il modo di disegnare era alquanto differente e avrei preferito che si fossero impegnati di più per produrlo in maniera adeguata."
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Per non aprire altri topic, trasformo questo in uno generico su Adachi
Nelle news sulle uscite di Maggio della Star Comics, troviamo una sorpresa:
--------------------------------------------
Mitsuru Adachi
JINBE
14,5x21, B, 208 pp, COL + b/n, euro 5,00
.e come promesso, ecco che torna uno dei più grandi, Mitsuru "Touch" Adachi,
con un bel volume autoconclusivo (in parte a colori!) datato 2003, e quindi
recentissimo, e quindi capace di mostrare la bellezza del segno più recente
di questo autore in un volume estremamente massiccio (ben 208 pagine) e di
grande formato. Messo da parte lo sport, Adachi si concentra sui personaggi
e sulle loro vicende, in un volume che farà idealmente da preludio a una
delle sue serie più classiche e romantiche. Appuntamento ai prossimi mesi
per le anticipazioni
---------------------------------------------
A parte notare le cazzate (sempre inevitabili, pare), ovvero che è del 2003 quando Adachi l'ha iniziato nel 1992 e finito nel 1997 (un capitolo all'anno, più o meno), da dire due cose:
-E' una delle opere migliori di Adachi, un volume unico ma assolutamente stratosferico (è un seinen, per quello che possono valere le classificazioni con il Maestro).
Speriamo in una edizione degna, almeno simil-GitS, ma a 5 Euro ci credo poco, molto poco.
-Una delle serie più classiche e romantiche di Adachi, se devo prestar fede a tale definizione (non si sa mai, come abbiamo visto prima) vuol dire solo una cosa: Miyuki. Bene per tutti perchè imho è assieme a Touch il suo vero capolavoro, ma mi aspettavo Niji-iro Tohgarashi, ad essere sincero.
A questo punto, peccato per il trattamento a cui è sottoposto Katsu da Play Press.
Era meglio se finiva ad un altro editore.
Nelle news sulle uscite di Maggio della Star Comics, troviamo una sorpresa:
--------------------------------------------
Mitsuru Adachi
JINBE
14,5x21, B, 208 pp, COL + b/n, euro 5,00
.e come promesso, ecco che torna uno dei più grandi, Mitsuru "Touch" Adachi,
con un bel volume autoconclusivo (in parte a colori!) datato 2003, e quindi
recentissimo, e quindi capace di mostrare la bellezza del segno più recente
di questo autore in un volume estremamente massiccio (ben 208 pagine) e di
grande formato. Messo da parte lo sport, Adachi si concentra sui personaggi
e sulle loro vicende, in un volume che farà idealmente da preludio a una
delle sue serie più classiche e romantiche. Appuntamento ai prossimi mesi
per le anticipazioni
---------------------------------------------
A parte notare le cazzate (sempre inevitabili, pare), ovvero che è del 2003 quando Adachi l'ha iniziato nel 1992 e finito nel 1997 (un capitolo all'anno, più o meno), da dire due cose:
-E' una delle opere migliori di Adachi, un volume unico ma assolutamente stratosferico (è un seinen, per quello che possono valere le classificazioni con il Maestro).
Speriamo in una edizione degna, almeno simil-GitS, ma a 5 Euro ci credo poco, molto poco.
-Una delle serie più classiche e romantiche di Adachi, se devo prestar fede a tale definizione (non si sa mai, come abbiamo visto prima) vuol dire solo una cosa: Miyuki. Bene per tutti perchè imho è assieme a Touch il suo vero capolavoro, ma mi aspettavo Niji-iro Tohgarashi, ad essere sincero.
A questo punto, peccato per il trattamento a cui è sottoposto Katsu da Play Press.
Era meglio se finiva ad un altro editore.
In effetti io visionai Jinbei [non notai il nigori, credevo fosse shinbei] in volumetto Giapponese molto prima del 2003... lol
Chissà che formato useranno. Quello che vidi io era un tankoubon grande formato.
Cmq, ma voi non ODIATE questo modus di mettere gli autori giapponesi come
nome "operafamosa" cognome?
Si chiama Adachi Mitsuru, checcavolo, non è mica uno stupido lottatore di stupido wrestling stupidamente americano!
Chissà che formato useranno. Quello che vidi io era un tankoubon grande formato.
Cmq, ma voi non ODIATE questo modus di mettere gli autori giapponesi come
nome "operafamosa" cognome?
Si chiama Adachi Mitsuru, checcavolo, non è mica uno stupido lottatore di stupido wrestling stupidamente americano!
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Sinceramente, è la prima volta che sento un autore giapponese nominato de cette façon. Vi immaginate un "Hayao "Nausicaa" Miyazaki"?Shito ha scritto: Cmq, ma voi non ODIATE questo modus di mettere gli autori giapponesi come
nome "operafamosa" cognome?
Si chiama Adachi Mitsuru, checcavolo, non è mica uno stupido lottatore di stupido wrestling stupidamente americano!
Haast en spoed is zelden goed.
Io HO letto una volta:Ani-sama ha scritto:Sinceramente, è la prima volta che sento un autore giapponese nominato de cette façon. Vi immaginate un "Hayao "Nausicaa" Miyazaki"?Shito ha scritto: Cmq, ma voi non ODIATE questo modus di mettere gli autori giapponesi come
nome "operafamosa" cognome?
Si chiama Adachi Mitsuru, checcavolo, non è mica uno stupido lottatore di stupido wrestling stupidamente americano!
Hayao 'La citta incantanta' Miyazaki
che meraviglia.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Nel corso della sua carriera, a fianco dei fumetti lunghi su più volumi, Mitsuru Adachi si è sempre "dilettato" nella realizzazione di storie brevi pubblicate nei singoli numeri delle riviste di manga della Shogakukan con cui collabora, abbiamo quindi sia shonen che seinen che shojo, ma in effetti lo stile, pur in questa poliedricità editoriale, è sempre quello suo riconoscibilissimo.
Nelle storie brevi si vede spesso l'abilità di un autore, è infatti assai difficile comprimere un'opera conclusa e significativa in una trentina di pagine. Adachi si dimostra perfettamente adatto al formato, alternando soluzioni più sperimentali (non consigliabili da adottare in storie lunghe), invenzioni surreali e narrazioni classiche.
Periodicamente appaiono raccolte di queste storie brevi, in particolare i due volumi di Short Program sono i più significativi.
In Italia sono stati pubblicati da Star Comics in quattro volumi per la diversa veste editoriale: in pratica i primi due volumi italiani contengono il primo giapponese (storie della seconda metà anni '80), mentre i volumi 3 e 4 il secondo volume giapponese (anni '90).
Qui di seguito una recensione del primo volume di Short Program(corrispondente come detto ai primi due italiani): come dice un tale che conosco Adachi va bene anche preso a piccole dosi, e di certo è un modo economico per entrare nel suo mondo.
Le storie sono del periodo 1985-88 e durano fra le 30 e le 40 pagine ciascuna.
SHORT PROGRAM:
1. [Il rincontro]
(***) Dal tono di fondo malinconico, una riunione scolastica di ex-alunni delle medie. Kazuhiko e Asako si volevano bene ma non se lo sono mai detto... e ormai la loro vita ha preso altre strade. Evidenti alcune soluzioni poi sviluppate in H2.
2. [Davanti al semaforo]
(****) Haruhiko incontra ogni giorno Misato per strada, ma non ha il coraggio di dichiararsi. Un amico lo mette in mezzo ad una serie di equivoci dal lieto fine. Una divertente commedia breve.
3. [Short Program]
(***) Naomi ha sempre avuto sfortuna con gli uomini; l'ultimo sembrerebbe un bravo ragazzo, ma...
4. [Take Off]
(**) Nagashima è alto quasi due metri, e conosce da tempo una ragazza piuttosto strana che fa atletica. Una storia deboluccia.
5. [Change]
(*****) Il diciassettenne Minato ha sempre il piccolo Kei fra i piedi, un ragazzino simpatico ma tendente a mettersi nei guai. Deliziosa commedia con sorpresa finale.
6. [Plus One]
(*****) L'ombroso Ichiro e la dolce Chisato sono compagni di classe, e grazie ad uno stereo difettoso... Uno riuscito shojo sentimentale nel più puro stile-Adachi.
7. [Murasaki]
(****) La timida Haruna e le sue vicende scolastiche, fra l'interesse sentimentale per Junichi e bande di teppisti. Un'ambientazione classica movimentata da comicità, una certa violenza e un paio di pagine iniziali fra le più bizzarre per uno shojo.
8. [Una storia confusa...]
(*****) Keiichi, che conosce Satomi solo attraverso le lettere che si sono scambiati, intende incontrarla recandosi in "incognito" ad una vacanza sulla neve. Una surreale quanto geniale commedia piena di trovate Adachiane.
Nelle storie brevi si vede spesso l'abilità di un autore, è infatti assai difficile comprimere un'opera conclusa e significativa in una trentina di pagine. Adachi si dimostra perfettamente adatto al formato, alternando soluzioni più sperimentali (non consigliabili da adottare in storie lunghe), invenzioni surreali e narrazioni classiche.
Periodicamente appaiono raccolte di queste storie brevi, in particolare i due volumi di Short Program sono i più significativi.
In Italia sono stati pubblicati da Star Comics in quattro volumi per la diversa veste editoriale: in pratica i primi due volumi italiani contengono il primo giapponese (storie della seconda metà anni '80), mentre i volumi 3 e 4 il secondo volume giapponese (anni '90).
Qui di seguito una recensione del primo volume di Short Program(corrispondente come detto ai primi due italiani): come dice un tale che conosco Adachi va bene anche preso a piccole dosi, e di certo è un modo economico per entrare nel suo mondo.
Le storie sono del periodo 1985-88 e durano fra le 30 e le 40 pagine ciascuna.
SHORT PROGRAM:
1. [Il rincontro]
(***) Dal tono di fondo malinconico, una riunione scolastica di ex-alunni delle medie. Kazuhiko e Asako si volevano bene ma non se lo sono mai detto... e ormai la loro vita ha preso altre strade. Evidenti alcune soluzioni poi sviluppate in H2.
2. [Davanti al semaforo]
(****) Haruhiko incontra ogni giorno Misato per strada, ma non ha il coraggio di dichiararsi. Un amico lo mette in mezzo ad una serie di equivoci dal lieto fine. Una divertente commedia breve.
3. [Short Program]
(***) Naomi ha sempre avuto sfortuna con gli uomini; l'ultimo sembrerebbe un bravo ragazzo, ma...
4. [Take Off]
(**) Nagashima è alto quasi due metri, e conosce da tempo una ragazza piuttosto strana che fa atletica. Una storia deboluccia.
5. [Change]
(*****) Il diciassettenne Minato ha sempre il piccolo Kei fra i piedi, un ragazzino simpatico ma tendente a mettersi nei guai. Deliziosa commedia con sorpresa finale.
6. [Plus One]
(*****) L'ombroso Ichiro e la dolce Chisato sono compagni di classe, e grazie ad uno stereo difettoso... Uno riuscito shojo sentimentale nel più puro stile-Adachi.
7. [Murasaki]
(****) La timida Haruna e le sue vicende scolastiche, fra l'interesse sentimentale per Junichi e bande di teppisti. Un'ambientazione classica movimentata da comicità, una certa violenza e un paio di pagine iniziali fra le più bizzarre per uno shojo.
8. [Una storia confusa...]
(*****) Keiichi, che conosce Satomi solo attraverso le lettere che si sono scambiati, intende incontrarla recandosi in "incognito" ad una vacanza sulla neve. Una surreale quanto geniale commedia piena di trovate Adachiane.
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Il primo capitolo di Cross Game, il nuovo manga di Mitsuru Adachi appena iniziato in Giappone su Shuonen Sunday, si dimostra subito piacevole, una partenza adachiana e divertente.
Il cast dei personaggi comprende il figlio di un negoziante di articoli sportivi, Koh Kitamura, che non esita a fondare una squadra di baseball di mocciosi amici suoi solo per vendergli la roba del padre, e le quattro figlie del padrone di una caffetteria/centro sportivo, Ichiyo, Wakaba, Aoba e Momiji Tsukishima.
Di sorprendente rispetto al solito c'è che i personaggi... fanno tutti o quasi ancora le elementari, ciò vuol dire o che sarà un manga lunghissimo o che questi capitoli iniziali sono solo un'introduzione.
L'evoluzione sentimentale Koh/Wakaba sembrerebbe evidente fin dall'inizio...
E non manca il picchiatore della scuola poco incline al romanticismo...
Il recente "Katsu!" è un bel manga, e questo Cross Game sembra un altro Adachi che prosegue su ottimi livelli.
E poi ritorna il beisbol!!
Il cast dei personaggi comprende il figlio di un negoziante di articoli sportivi, Koh Kitamura, che non esita a fondare una squadra di baseball di mocciosi amici suoi solo per vendergli la roba del padre, e le quattro figlie del padrone di una caffetteria/centro sportivo, Ichiyo, Wakaba, Aoba e Momiji Tsukishima.
Di sorprendente rispetto al solito c'è che i personaggi... fanno tutti o quasi ancora le elementari, ciò vuol dire o che sarà un manga lunghissimo o che questi capitoli iniziali sono solo un'introduzione.
L'evoluzione sentimentale Koh/Wakaba sembrerebbe evidente fin dall'inizio...
E non manca il picchiatore della scuola poco incline al romanticismo...
Il recente "Katsu!" è un bel manga, e questo Cross Game sembra un altro Adachi che prosegue su ottimi livelli.
E poi ritorna il beisbol!!
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Sei fortunata , sia perchè in effetti c'è qualcosa, sia perchè è uno dei pochi manga di Adachi in cui non c'è neanche un grammo di sport...Betty ha scritto:Quando vedremo pubblicato in Italia il prossimo lavoro (a parte il volume autoconclusivo)?
Sto chiedendo la luna o c'è qualcosa in programma?
P.S. Dopo tutto il tempo speso da Spaced jazz per "impararmi" il beisbol non posso non ricimentarmi con Adachi!
Infatti ad Agosto inizia per Star Comics la pubblicazione di Miyuki, una commedia in 12 volumi che personalmente considero, insieme a Touch, il fumetto più bello di Adachi.
Molto divertente e, soprattutto, molto romantico, Miyuki è il manga che segna il passaggio dallo stile giovanile a quello maturo di Adachi, basta fare il confronto fra il primo volume e uno degli ultimi per notare la differenza sia grafica che di stile narrativo.
Però attenta: a te piacciono le storie tragiche, mentre Miyuki...
Spoiler: |
beh più happy ending di Miyuki è impossibile! |
Tanto per fare il pieno di tragedia ci basta Orpheus... a proposito, l'ultimo esce fra una decina di giorni, non vedo l'ora
- spaced jazz
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Torna Mitsuru Adachi in Italia con uno dei suoi manga più belli, un seinen in un volume unico scritto al ritmo di un capitolo all’anno fra il 1992 e il 1997, che va considerato fra i suoi capolavori per la bellezza narrativa, lo stile maturo e anche per la raffinatezza di alcune tavole: Jinbe è sicuramente il fumetto di Adachi meglio disegnato (vedere ad esempio l’inizio del quarto capitolo, con le splendide scene rurali).
La storia è - ovviamente - fortemente sentimentale, tuttavia non è (solo) la classica commedia, ma ha un taglio piuttosto adulto ed è molto profonda nell’”indagare” le relazioni umane, da sempre il fine ultimo dei manga di questo autore. Inoltre, in modo molto sobrio, Jinbe accenna anche al tema ecologista.
Miku è una ragazza di quasi diciotto anni.
Quattro anni prima sua madre, dopo il divorzio dal padre naturale di Miku, si è risposata, ma è morta dopo appena un anno e due mesi di matrimonio. Ora Miku si ritrova a formare una famiglia con Jinpei, il patrigno acquisito con cui non ha nessun legame di sangue, e questa è loro storia.
La Star Comics ci propone un’edizione sorprendentemente curata per gli standard dell’editore, anche se non esente da alcuni difetti. I punti positivi sono la grande dimensione del formato e la più che sufficiente qualità di carta e stampa, ma soprattutto l’inclusione di tutte le pagine a colori presenti nella pubblicazione originale! Uno sforzo non indifferente, considerando che sono ben 40 e non sono in sequenza ma sparse all’inizio di ogni capitolo, ed anche in rapporto al prezzo del volume, contenuto in soli 5 Euro.
Un particolare: in due capitoli, il 3 e il 6, le pagine a colori sono solo le prime quattro, mentre le successive quattro sono stampate in bianco e nero anche se è evidente che Adachi le ha disegnate a colori: tuttavia questa è una caratteristica presente anche nella pubblicazione nipponica, quindi non imputabile a Star Comics ma, evidentemente, ai materiali forniti dalla Shogakukan.
I punti negativi sono rappresentati dall’assenza della sovracopertina (per la quale, suppongo, molti avrebbero speso volentieri qualcosa in più), e dall’illustrazione di copertina, che è la stessa replicata in entrambi i lati del volume, mentre in originale era un disegno unico che iniziava in prima e terminava in ultima di copertina.
Il mio giudizio sull’edizione è comunque senz'altro positivo, mentre il manga è... semplicemente splendido.
Su Jinbe, trovo si tratti di un titolo dal grandissimo potenziale, ma anche molto sacrificato proprop dalla serializzazione (produzione) diluita. Il 'salto' tra un capito e l'altro è evidente, anche a livello di gestione della fabula, e la trama se ne va così, episodicamente, fino a un finale aperto ma anche inconcludente.
La storia e i personaggi avevano grandissima, grandissima potenzialità. Forse -nonostante tutto- il tema era 'troppo scottante' anche per il Giappone? Forse Adachi ci ha provato anche con Slow Step, ad affrontare lo stesso tema, e anche lì si è ritrovato a lascir pardere, buttando tutto in risata? Peccato. A volerci andare 'pesante', Shinbe poteva trasformarsi in un capolavoro senza tempo. Così è 'solo' un bellissimo titolo di un autore geniale che confeziona 'solo' grandi fumetti.
La storia e i personaggi avevano grandissima, grandissima potenzialità. Forse -nonostante tutto- il tema era 'troppo scottante' anche per il Giappone? Forse Adachi ci ha provato anche con Slow Step, ad affrontare lo stesso tema, e anche lì si è ritrovato a lascir pardere, buttando tutto in risata? Peccato. A volerci andare 'pesante', Shinbe poteva trasformarsi in un capolavoro senza tempo. Così è 'solo' un bellissimo titolo di un autore geniale che confeziona 'solo' grandi fumetti.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)