L'articolo che hai linkato è veramente interessante.
Come scrivevo nell'ormai lontano primo post di questo topic, amo visceralmente Guido Martina. Lo sceneggiatore del dialogo di cui si tratta è anche - a mio modesto avviso - l'autore che più ha improntato di sé la produzione Disney italiana. I suoi dialoghi, a leggerli con il buonismo che infesta i media contemporanei (e che spesso è mera ipocrisia), suonano davvero
cattivi.
Ma, vivaddio, che spessore avevano i suoi personaggi! Veri e vissuti come nel migliore neorealismo o nella grande commedia all'italiana della stagione d'oro. Parlo dei "Mostri" e di "Brancaleone", signori: risparmiatemi le soldatesse e i pierini,
s'il-vous-plait!
Gli anni Cinquanta e Sessanta della Disney italiana sono anni intrisi di voglia di raccontare quel mondo e quella dimensione pubblica che l'Italia giovane dell'epoca andava scoprendo: anni di vizi e virtù raccontati ed esposti in allegria sulla pubblica piazza. Abbiamo allora Paperino al giro di Francia e alle Olimpiadi, oppure a "Lascia o raddoppia". Topolino chiaramente, mai: troppo "perbene", troppo americano per rappresentare con efficacia vizi, virtù (e classe sociale) dell'italiano medio.
Poi sono arrivati gli anni Settanta, ed il clima del paese si è fatto plumbeo, ponendo fine anche alla grande stagione in cui le storie Disney raccontavano la società che circondava i loro autori: di certi fatti era difficile parlare, non si poteva fare ironia sulle bombe.
Il 1969, con l'avvento di Paperinik e delle lotte sindacali e studentesche, è stato forse l'ultimo felice connubio tra la penna di Guido Martina e gli eventi di cronaca. Paperino, che in più di una storia Martina definirà senza mezzi termini "sottoproletario", si lamenta che Fantomius (personaggio semileggendario da cui trarrà l'ispirazione per divenire Paperinik) fosse - come lui - "vittima dei plutocrati". Il più spettacolare scambio di battute mai scritto tra Paperino e Paperone è secondo me il litigio descritto nella prima storia di Paperinik (che ho anche citato in precedenza):
Paperone: "Io sono un multi-multi che fa il bagno nelle monete d'oro"
Paperino: "Disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera!"
Paperone (infilandogli un secchio dell'immondizia in testa): "Dentro, spazzatura"
Paperino (caricandolo a testa bassa e scaraventandolo fuori dalla porta): "Fuori, jettatura!"
GE-NIA-LE!
Probabilmente con l'andar del tempo i "saggi" amministratori di casa Disney hanno ben pensato che, giacché s'intorpidiva l'attenzione politica generale, era il caso di "proteggere" i bimbi dalle nefande influenze del dibattito politico e, come se quelle parole avessero potuto nuocere alle giovani coscienze, hanno ben pensato di eliminarle, edulcorarle, anestetizzarle. Il tutto nella melassa del "
politically correct" che ottunde le coscienze d'oggidì e che, sempre secondo il mio modestissimo avviso, è semplicemente un comodo alibi per il pensiero debole.