Fumetti Disney

Nuvole parlanti da tutto il mondo

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Skyrider
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Messaggio da Skyrider »

Howl ha scritto:I mercoledì di Pippo piacevano tantissimo anche a me! :mrgreen:
Non so se siano mai usciti in raccolta... comunque il "genio che inventava le storie" era Rudy Salvagnini, e il migliore interprete alle matite era Lino Gorlero :wink:
non mi pare sia uscita una raccolta ma nel volume "Pippo pensieri in libertà" ci sono

- Il libro della ricchezza
- Il segreto dell'agente segreto
- Il maniero del brivido
- Invasione dallo spazio

Parlando di Pippo... come tralasciare SuperPippo (si vede purtroppo pochissimo) e Indiana Pippis???
Se tu parli agli animali anche loro ti parleranno, così vi conoscerete.
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Mario
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Messaggio da Mario »

L'affezione che provo verso i fumetti disney ha qualcosa che non è possibile spiegare con parole, sono stati dei compagni di vita che hanno riempito di divertimento le sere di quando ero bambino e dell'adolescenza prima di addormentarmi. Storie fantastiche, scritte e disegnati da autori fantastici. La cosa che più mi divertiva quando ero piuttosto piccolo era riconoscere quelle forme che caratterizzavano un artista dall'altro, un gioco affascinante, riconoscere una persona senza saperne il nome (come avete già detto i crediti sono una realtà recente)ne l'aspetto. Ho conosciuto Cavazzano (le sue fattezze) in una sua storia quando agli inizi si ritrae mentre è alle prese con le tavole e spiega come sarebbe stato possibile capire cosa dicevano gli alieni nella storia stessa. :D Cavazzano è sicuramente l'autore che più ho amato, forse per il suo tratto più moderno, per le fattezze che dava ai personaggi non della banda disney... di lui ricordo storie fantastiche (Zio paperone e famiglia che finiscono in una foglia ridotti da una macchina di Archimede) oppure di quella volta che andai dal dentista e trovai un depliant della Mentadent disegnato da lui... niente che può essere spiegato solo razionalmente.. :)
Ho seguito Topolino fino al numero 2000 circa da quando, con la nuova leva di disegnatori non trovavo più lo stesso piacere nel leggerlo.
Mi hanno stancato poi tutte quelle microstorie o quelle di supporto all'ennesimo gadget (cosa inesistente agli inizi della mia "frequentazione" con la banda e poi diventata sempre più frequente).
Forse Topolino non mi piace più perchè anche gli sceneggiatori sono cambiati e le storie non mi divertono più come una volta...
Di sicuro non è perchè sono cresciuto visto che acquisto con piacere ancora "I Grandi Classici" e quando capita "I Maestri"... ma questo già l'ho detto.

Scusate sono a lavoro, spero che il post sia chiaro visto che l'ho scritto con una certa velocità e non ho il tempo di rileggerlo
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Skyrider
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Messaggio da Skyrider »

Io ero abbonato ai Classici Disney che sono secondo me una delle migliori prouzioni disneyane... permettendo di confrontare vari stili di disegno di nuone e vecchie generazioni sono un ottimo metodo di confronto tra il tratto pulito con bordi ben delineati e morbidi di allora e i nuovi diegnatori che usano tratti molto violenti... forse troppo... io preferisco i primi disegnatori
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Heimdall
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Messaggio da Heimdall »

Ani-sama ha scritto:Guido Martina, poi, ha secondo me la caratteristica - e qui già mi piace meno - di mettere molto più in evidenza il lato "cattivo" dei personaggi delle sue storie.
Questa - credo si sia capito - è la caratteristica che più mi piace in lui. :wink: "Paperinik alla riscossa", la seconda avventura della serie, è al contempo una delle storie più "feroci" (la vendetta di Paperino su Gastone e Paperone) ed una delle costruzioni più affascinanti del "professore".
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RøM
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Messaggio da RøM »

Soprattutto, i paperi tratteggiati da Martina erano lo specchio degli italiani che (prima per tirare a campare in un paese messo in ginocchio dalla guerra, e poi per tenersi stretto il benessere acquisito negli anni dl boom economico) si erano trasformati in tanti squali.
Se ci fate caso, la Paperopoli delle storie di Martina è molto simile all'Italia che si vede nei film realizzati negli stessi anni da Monicelli, Scola, Risi e altri.
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Skyrider
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Messaggio da Skyrider »

a me era particolarmente piaciuta la serie "Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi" che ricostruiva la cronologia della famiglia De' Paperoni a partire dall'antico Egitto fino ai tempi moderni con numerosi e simpatici appigli al mondo reale (la faraona Cleopat-perina bisnonna di Cloepatra oppure Arkimedes Pitagorikon, siracusano, nipote di Pitagora di Samo) e di frasi caustiche nei confronti del mondo reale (Paperone in versione antico egitto che dice: "ragazzi, quando lo stato vacilla è bene portare i capitali all'estero"o qualcosa di simile)
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Messaggio da Heimdall »

RøM ha scritto:Soprattutto, i paperi tratteggiati da Martina erano lo specchio degli italiani che (prima per tirare a campare in un paese messo in ginocchio dalla guerra, e poi per tenersi stretto il benessere acquisito negli anni dl boom economico) si erano trasformati in tanti squali.
Se ci fate caso, la Paperopoli delle storie di Martina è molto simile all'Italia che si vede nei film realizzati negli stessi anni da Monicelli, Scola, Risi e altri.
Giusto RøM, sottoscrivo in pieno: è un'altra osservazione che mi frullava per il capo e che mi sono dimenticato di proporre. I paperi di Martina erano quanto di meno americano avesse mai prodotto la Disney italiana, veri e propri specchi della piccola borghesia dell'Italia del boom economico, con le sue idiosincrasie e meschinità, e grande nel proporre le maschere dell'indimenticabile stagione della commedia all'italiana.
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Howl
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Messaggio da Howl »

Sempre riguardo alla "cattiveria" di Guido Martina, vorrei ricordare un paio di storie che lessi quando avevo sei-sette anni, e che mi "sconvolsero" (in senso buono...) non poco... :shock: O almeno: credo ora che fossero di Martina, con il "senno di poi".
Erano entrambe disegnate da Giuseppe Perego, con il suo tipico tratto "espressionista" che le rendeva ancora più sottilmente inquietanti... Non ricordo però i titoli. Nella prima, uno di Qui, Quo e Qua rimane chiuso dentro una ghiacciaia difettosa, rischiando seriamente di morire congelato... ogni tentativo per forzare la porta è vano, e la disperazione cresce, sino a quando un pompiere non si rende conto che nessuno aveva pensato alla cosa più semplice: girare la maniglia... -__-
La seconda è a tema pasquale: una banda di malviventi cinesi attende la consegna di un enorme uovo di Pasqua che avrebbe dovuto contenere qualcosa di importante (denaro o altro, non ricordo). Ma Paperino e Paperone sbagliano la consegna, il contenuto dell'uovo non è quello atteso. Vengono così condannati alla "morte sonante", o "vendetta cinese": legati alla campana di una chiesa, avrebbero atteso il mezzogiorno di Pasqua, quando sarebbero stati uccisi dallo scampanio festoso... Si salvano grazie ad un'invenzione surreale: "A Pasqua, allo scoccare del mezzogiorno, le campane di tutto il mondo si slegano ed iniziano a volare verso Roma", diceva all'incirca la didascalia...

Ricordo infine una storia di Martina pubblicata su un "Paperino Mese" a cui era stata aggiunta, nella prima tavola, una noticina del redattore che avvertiva: "Poichè questa storia contiene delle espressioni un po' forti, si consiglia la lettura solo ad un pubblico di "veri duri" " :lol: E nelle prime due tavole Paperone dava sfoggio dei suoi tipici tentativi di suicidio martiniani, con annesse colorite invocazioni della morte :lol: Purtroppo, anche qui non ricordo il titolo... I disegni però erano di Carpi, sono sicuro.

[edit: sono veramente sicuro, infatti adesso credo che fossero di Bottaro... :roll:]
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Ani-sama
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Messaggio da Ani-sama »

hdibifrost ha scritto:Giusto RøM, sottoscrivo in pieno: è un'altra osservazione che mi frullava per il capo e che mi sono dimenticato di proporre. I paperi di Martina erano quanto di meno americano avesse mai prodotto la Disney italiana, veri e propri specchi della piccola borghesia dell'Italia del boom economico, con le sue idiosincrasie e meschinità, e grande nel proporre le maschere dell'indimenticabile stagione della commedia all'italiana.
Accidenti, sono troppo giovane per riuscire a cogliere questo aspetto. Comunque, adesso che mi dite così... quasi quasi mi fate apprezzare Martina come MAI lo ho apprezzato. Sempre a proposito di Martina, c'è una vecchia storia sceneggiata da lui (sono quasi sicuro) e disegnata da De Vita (sono abbastanza sicuro) che amo moltissimo, si intitola "Zio Paperone e il tredicesimo invitato" (Topolino n° 817), la storia davvero divertente di un inganno di Rockerduck ai danni di Paperone che gli si ritorce contro ( :twisted: )
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Heimdall
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Messaggio da Heimdall »

Ani-sama ha scritto:Accidenti, sono troppo giovane per riuscire a cogliere questo aspetto.
Poffarre! Ma neanch'io sono così vecchio! :lol:
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Ani-sama
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Messaggio da Ani-sama »

No, davvero, non avrei mai detto che i paperi di Martina fossero lo specchio della "piccola borghesia dell'Italia del boom economico, con le sue idiosincrasie e meschinità". Si tratta di un periodo di cui so poco, non l'ho vissuto e non l'ho neanche studiato sui libri di storia. Del periodo tra gli anni 50 e gli anni 80 (inclusi) quello che ho sono solo vaghe informazioni, i fatti più importanti, ma di sicuro non le mode e la quotidianità dell'epoca. :oops:
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Heimdall
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Messaggio da Heimdall »

Credo che RøM abbia tracciato un buon elenco di registi di cui potresti vedere qualcosa per farti un'idea del periodo in questione.
Gli anni che vanno dalla fine della Seconda guerra mondiale al termine del decennio Sessanta sono (non solo secondo me) gli anni più grandi per il cinema italiano. Il neorealismo e la successiva commedia all'italiana sono il ritratto fedele di questo popolo che ha vissuto una grande tragedia collettiva e che ha lottato disperatamente per risollevarsi, ora guardando in faccia la realtà (De Sica è stato un maestro in questo: "Ladri di biciclette" e "Umberto D." sono due dei film più toccanti che mi sia capitato di vedere), ora invece tentando di scrollarsi di dosso il peso di quella fatica. Nei film di Monicelli e in quelli di Risi (uno per tutti: "Il sorpasso") c'è appunto questa voglia di apparire disimpegnati, superficiali, pur con un retrogusto amaro che non ci fa scordare da dove veniamo.
Completa questo quadro la grande maschera di Totò, vero e proprio epigono della commedia dell'arte calato nel XX secolo.

Se ti interessa la storia di quel periodo, non saprei neppure da dove iniziare nel suggerirti le letture appropriate, tanto è stato scritto.
Una buona base di partenza può essere: Paul Ginsborg, "Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi. Società e politica 1943-1988", Torino, Einaudi, 1989, un testo scorrevolissimo e completo che ho studiato all'epoca del mio primo esame all'università e che ritengo tuttora tra le mie letture più valide. Oppure posso consigliarti il volume relativo a quell'epoca della sempre ottima "Storia d'Italia" Einaudi, che però è un po' più complessa da affrontare. :wink:
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naushika
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Messaggio da naushika »

Alcuni numeri di Paperinik hanno subito dei "tagli" ad alcune battute dette dal papero più famoso del mondo :shock:

questa censura disneyana ormai ci ha quasi abituati...sempre a trattare i lettori come eterni neonati dallo spirito incorrotto e immacolato !!!! ( mai parolacce e mai essere impolitically correct con i sordomuti ! )

ecco ad esempio unafrase duretta di Paperino poi resa innocua:

... incapace di derubare un paralitico sordomuto e cieco, eh?
IOPK ... incapace di derubare a un cagnetto randagio anche solo il suo osso, eh?
PK1,MIT,REP ... incapace di rubare una noce persino a uno scoiattolino

:(

http://www.papersera.net/articoli/aIn4.php
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Heimdall
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Messaggio da Heimdall »

L'articolo che hai linkato è veramente interessante.
Come scrivevo nell'ormai lontano primo post di questo topic, amo visceralmente Guido Martina. Lo sceneggiatore del dialogo di cui si tratta è anche - a mio modesto avviso - l'autore che più ha improntato di sé la produzione Disney italiana. I suoi dialoghi, a leggerli con il buonismo che infesta i media contemporanei (e che spesso è mera ipocrisia), suonano davvero cattivi.
Ma, vivaddio, che spessore avevano i suoi personaggi! Veri e vissuti come nel migliore neorealismo o nella grande commedia all'italiana della stagione d'oro. Parlo dei "Mostri" e di "Brancaleone", signori: risparmiatemi le soldatesse e i pierini, s'il-vous-plait! :wink:
Gli anni Cinquanta e Sessanta della Disney italiana sono anni intrisi di voglia di raccontare quel mondo e quella dimensione pubblica che l'Italia giovane dell'epoca andava scoprendo: anni di vizi e virtù raccontati ed esposti in allegria sulla pubblica piazza. Abbiamo allora Paperino al giro di Francia e alle Olimpiadi, oppure a "Lascia o raddoppia". Topolino chiaramente, mai: troppo "perbene", troppo americano per rappresentare con efficacia vizi, virtù (e classe sociale) dell'italiano medio.
Poi sono arrivati gli anni Settanta, ed il clima del paese si è fatto plumbeo, ponendo fine anche alla grande stagione in cui le storie Disney raccontavano la società che circondava i loro autori: di certi fatti era difficile parlare, non si poteva fare ironia sulle bombe.
Il 1969, con l'avvento di Paperinik e delle lotte sindacali e studentesche, è stato forse l'ultimo felice connubio tra la penna di Guido Martina e gli eventi di cronaca. Paperino, che in più di una storia Martina definirà senza mezzi termini "sottoproletario", si lamenta che Fantomius (personaggio semileggendario da cui trarrà l'ispirazione per divenire Paperinik) fosse - come lui - "vittima dei plutocrati". Il più spettacolare scambio di battute mai scritto tra Paperino e Paperone è secondo me il litigio descritto nella prima storia di Paperinik (che ho anche citato in precedenza):
Paperone: "Io sono un multi-multi che fa il bagno nelle monete d'oro"
Paperino: "Disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera!"
Paperone (infilandogli un secchio dell'immondizia in testa): "Dentro, spazzatura"
Paperino (caricandolo a testa bassa e scaraventandolo fuori dalla porta): "Fuori, jettatura!"
GE-NIA-LE!
Probabilmente con l'andar del tempo i "saggi" amministratori di casa Disney hanno ben pensato che, giacché s'intorpidiva l'attenzione politica generale, era il caso di "proteggere" i bimbi dalle nefande influenze del dibattito politico e, come se quelle parole avessero potuto nuocere alle giovani coscienze, hanno ben pensato di eliminarle, edulcorarle, anestetizzarle. Il tutto nella melassa del "politically correct" che ottunde le coscienze d'oggidì e che, sempre secondo il mio modestissimo avviso, è semplicemente un comodo alibi per il pensiero debole.
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Ani-sama
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Messaggio da Ani-sama »

Anch'io ho riscoperto di recente Guido Martina (anche grazie a Heimdall, che mi ha spinto a rileggere quelle storie col senno di poi :wink: ). Veramente eccezionale nel suo divertito cinismo. Un po' di tempo fa dissi:
Per quanto riguarda gli sceneggiatori, invece, non apprezzo SEMPRE Guido Martina (adesso Heimdall mi uccide), trovo che dia una caratterizzazione troppo "statica" ai personaggi (Paperone sempre "squalo della finanza, Paperino che perde sempre ecc.)
Non capivo che questa caratterizzazione così forte dei personaggi è il suo grande punto di forza. Adesso quando leggo Martina provo quel senso di divertimento "politicamente scorretto". E' stato un maestro, senz'altro.
Dei vecchi sceneggiatori, ormai, rimane solo Cimino (bellissime le sue storie "avventurose" e quell'ironia così sottile che pervade tutti i suoi personaggi) che, ogni tanto, scrive ancora qualcosa su Topolino.

Certo, sarò anche un nostalgico, ma avendo avuto la possibilità di leggere i Topi "d'annata" (perlopiù anni 70-80-90, qualcosa degli ultimi '60), devo riconoscere che, ora come ora, si è caduti piuttosto in basso... a parte qualche eccezione di giovani e bravi sceneggiatori... ma poco altro.
Haast en spoed is zelden goed.