Willow ha scritto:ps: hehehe! Ho visto che nel primo post avete nominato la parola "incommensurabile", io non lo faccio sennò arrivano Soul e Dr Rao ed è la fine
ha ha, buona questa
Ad ogni modo, sicuramente conoscerete l'aneddoto di Walt Disney e l'ape... non trovo la citazione esatta, ma recita più o meno così:
una volta in un'occasione pubblica un bambino chiese a Walt se fosse lui a disegnare i cartoni di Mickey. Lui rispose che un tempo lo faceva, ma adesso il suo lavoro era più simile a quello di un'ape industriosa che passava da un membro dello staff all'altro e spronava tutti al risultato migliore...
Io penso che Miyazaki e Disney siano a loro modo autori, ma di tipo diverso. Vero è come dice Rom che Miyazaki è oggi l'esponente più in vista di un gruppo di validi animatori, così come Disney seppe circondarsi di artisti di eccezionale caratura (nel fumetto, Barks su tutti).
Alla fine però i due modelli divergono, perchè anche se oggi Miyazaki è sicuramente usato come portabandiera dello studio Ghibli, lui e Takahata hanno deciso di ritagliare per se stessi mansioni esclusivamente creative. La loro opera filmica è percorsa da tematiche ricorrenti ed è questo che contrassegna l'autorialità per la moderna critica cinematografica.
Con questo voglio dire che Miyazaki e Takahata come modus operandi e per la loro "possessività" e il controllo esercitati sulle proprie opere mi ricordano molti altri cineasti (Kubrick, Kurosawa, ma anche Welles) prima di arrivare ad un paragone con Disney.
Ecco perchè la definizione che circolava anni fa di Miyazaki quale "il Disney giapponese" fu più volte contestata dall'autore stesso. Perchè si basa su una distorsione ottica: in occidente Disney era l'unico "animatore" sulla bocca di tutti, quando i cartoni giapponesi cessarono di essere fatti "dal computer" per essere fatti da una persona con un nome e un cognome, il paragone scattò automatico, ma è fuorviante.
Questo non significa negare la qualifica di autore a Disney, per carità: solo che se dovessi accostarlo ad altri nomi celebri, penserei a Stan Lee / Jack Kirby o a... Shigeru Miyamoto (questa è per te atchoo).
Creativi straordinari che hanno inventato un cosmo immaginario tenuto insieme da regole artistiche specifiche, e che sono poi divenuti abilissimi manager. E lo dico senza alcuna malizia o malignità. La produzione Disney, o Marvel Comics, o Nintendo si connotava in modo industriale, ed era necessaria moltissima abilità (anche creativa) per tenerla coesa e al tempo formare schiere di straordinari professionisti.
Queste persone nel tempo si sono concesse sempre meno spazio a livello personale, dedicandosi anima e corpo alla compagnia che avevano creato: Fantasia è l'eccezione alla regola per Walt, mentre per Miyazaki il percorso è inverso: ha fatto la gavetta nel colosso dell'animazione Toei, ma ha poi tentato a più riprese di affrancarsi da ogni vincolo (questa piacerà a Jazz), fino ad abbandonare l'animazione televisiva, ad esempio.
Resta da vedere se lo studio Ghibli non si stia avviando a seguire comunque quel tipo di modello. Quando lo studio era un gruppo di entusiasti che lavoravano sapendo che ogni film poteva essere l'ultimo (una cruda realtà nel giappone degli anni 80) era un conto. Adesso che lo studio si è istituzionalizzato, "funziona" in patria e all'estero, ed è divenuto anche architettonicamente una sorta di dimora ideale per gli animatori che vi lavorano, non è semplicemente più ipotizzabile che si faccia un film "comunque vada"... La sopravvivenza dello studio ha la priorità, etc etc...
Ad ogni modo, anche con una gestione dello studio in termini di "utile", penso che difficilmente ciò potrà cambiare in futuro il modo di filmare di Miyazaki (figuriamoci di Takahata). Dopotutto è sulla loro maniacale possessività che si è venuto a creare il mito "artigianale" su cui si fondano gli attuali successi del Ghibli... E' un po' come il "made in Italy" se vogliamo.
A scanso di equivoci, non c'è un giudizio di merito (o intento polemico) in quanto scritto sinora. Disney e Miyazaki sono distanti anni luce per questioni anagrafiche e di formazione professionale, quindi proclamare una strada "giusta" e l'altra "sbagliata" non avrebbe alcun senso. Mi chiedevo solo se le due tipologie vi convincono o meno.