Il ridoppiaggio: questa tecnica brutale

Film, al cinema o a casa

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Dottor Rao
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Messaggio da Dottor Rao »

Shito ha scritto:Che buffo. Proprio ieri notte parlavo col mio amico G.M., letterato e semiologo e editor di una casa editrice romana, e mentre discutevamo del 'tema' di una frase intrinseco alla costruzione di ogni lingua, e alla necessità di tentare di mantenere l'oridine originale dei concetti anche nelle traduzioni, mi chiedeva una ritraduzione integrale di tutto Lolita (il libro).
Vi sono problemi significativi nella versione di Oddera che ho letto io? In ogni caso complimenti!
Shito ha scritto:Comunque la questione di 'identità di nome proprio' non è che un nome lo si lascia sempre uguale.

E' che mentre tutte le speculazioni sulle 'intenzioni originali profuse in un nome' restano ragioni per l'appunto SPECULATIVE, l'identità infusa in un nome PROPRIO (e dico, non nome comune, non denominazione, proprio un nome proprio) è certa.

Quindi la certezza vince sulla speculazione, direi.
Beh, certo - il nome è certo, il senso va dedotto, desunto con possibilità di cadere in errore. Restituire l'intenzione è quindi un rischio, ma non è detto che non paghi, se l'adattotore è felice. Come premesso sin dall'inizio, intendevo sottolineare la logica dietro quella scelta, non condividerla a priori.
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Arcuum_ocra
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Messaggio da Arcuum_ocra »

Shito ha scritto: Comunque la questione di 'identità di nome proprio' non è che un nome lo si lascia sempre uguale.

E' che mentre tutte le speculazioni sulle 'intenzioni originali profuse in un nome' restano ragioni per l'appunto SPECULATIVE, l'identità infusa in un nome PROPRIO (e dico, non nome comune, non denominazione, proprio un nome proprio) è certa.

Quindi la certezza vince sulla speculazione, direi.

E' la ragione per qui la 'Mehve' di Nausicaä resta a rigore 'Mehve' (è un nome pressoché proprio), mentre Corvetta, Lancia e Cannoniera vengono tradotti (nomi comuni dal valore denominativo). C'è una logica.

Con i nomi di persona o assimilabili direi che la scelta è ancora più netta.

Solo per questo sono 'felice' di non aver dovuto mettere mano su Sen to Chihiro no Kamikakushi, dove i nomi propri di molti personaggi sono intrinsecamente denominativi (yubaba = nonna del bagno pubblico, haku = bianco, kamaji, bou, etc etc etc).
Faccio un esempio per vedere se ho capito. In un film c'è un personaggio che si chiama White.

-Se in tutto il film White è usato esclusivamente per identificare quel determinato personaggio, è opportuno lasciare White. Ho capito, fin qui?

-Se si conosce l'intenzione del regista perchè questa è dichiarata da lui stesso (non speculata da altri, eh!) o perchè evidente dalla stessa opera (che so, un personaggio fa riferimento al personaggio "White" in un gioco di parole in cui usa "white") e questa intenzione gira attorno alla parola "white" è opportuno che il nome del personaggio diventi "Bianco" (o almeno porsi il problema), ho inteso giusto?

Vuol dire questo, Shito? Ho capito bene o mi sbaglio? Se no, qualcuno me lo potrebbe rispiegare? Scusate la lentezza di comprendonio.