And now, dear shito, i'm waiting for a great post on your beautiful blog!Shito ha scritto:Ora il cerchio ti torna chiuso?
il "fenomeno otaku" e il "fenomeno Evangelion
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- Shinji71
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il "fenomeno" .... continua.......
http://www.paninicomics.it/News.jsp?Act ... a&Id=13047
http://www.nikkansports.com/streaming/broadcasting.html
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mono no aware
Caro amico, i tuoi onesti inviti sono balsamo contro la mia inedia.ghila ha scritto:And now, dear shito, i'm waiting for a great post on your beautiful blog!Shito ha scritto:Ora il cerchio ti torna chiuso?
Tuttavia, mi piacerebbe terminare prima il ciclo di post nipponisti. Il che prevede almento altri, boh, cinque o sei post?
Dopo, sarebbe bello addentrarsi nel denso e fosco tema di otaku ovvero gainax ovvero anno ovvero le sue opere.
Il che presupporrebbe che io riuscissi a mettere ordine al pensiero in merito, nella mia testa, come sempre non analitico ma sedimentato in forma neuronale, che poi significa diffusa.
La cosa più difficile è sempre trovare il capo e la coda di un cerchio, dicono.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Dicono che tutto diviene più facile cominciando a disegnare il cerchio in questione su di un foglio bianco.Shito ha scritto:La cosa più difficile è sempre trovare il capo e la coda di un cerchio, dicono.
Ma con calma! Prima i post citatil, che tutti aspettiamo comunque con enorme curiosità!
Il tutto-subito è una filosofia che non m'appartiene e che cerco sempre di contrastare. Ma un pò di "balsamo" lo si concede a tutti!
E scusate il semi-OT
Raro concedit, numquam negat, semper distinguit
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Shito ha scritto: Ritorno al principio:
tutto il significato a MONTE di Eva si risolve nell'interrogativo che lo generò nella mente dell'autore:
"può un ragazzo che ha amato l'animazione a 15 anni [un otaku] arrivare a 25 e amare ancora un'opera animata [senza essere un otaku]?"
signori, capitelo
è un ex-otaku
ha fatto proprio un cartone animato che potesse avere dei contenuti di valore per dei non-otaku
un otaku 25enne, ovvero uno psico-socio-ritardato, guarda gli anime come a 15 anni
gli dai i robot che si picchiano e le ragazzette con le tettine ed è felice.
ma se uno NON è un otaku?
beh, Anno ha provato a fare Eva per questo
e ha scoperto che tanto lo guardavano gli otaku, e ci vedevano solo i robot che si picchiano e le tettine di Rei e Asuka
delusione
quel che per lui era l'orpello stilistico, il guscio, anche un tributo a un passato nonché il miele sul bicchiere dell'amaro assenzio
per il suo pubblico era tutto
e il contenuto?
MISSING IN ACTION
da cui le ultime puntate televisive.
Niente scazzottate robotiche, niente plug-suit mostracapezzoli
oh, come si arrabbiariono gli otakummerda
oh, come mi divertii
Quello che mi chiedo è se Anno non abbia preteso troppo a monte chiedendo agli orsi, ghiotti di miele, di dimenticarsi della loro natura. Soprattutto se si tiene conto che gli orsi, non trovando più il miele nelle ultime due puntate (che sono sempre animazione, o no?), si sono adirati. E se non ci fosse stato sin dall'inizio? O se il miele fosse stato di meno? Anno non avrebbe realizzato esattamente il suo scopo? O, almeno, non avrebbe tenuto lontano gli orsi?Shito ha scritto: Buta, forsi ignori il fatto che Evangelion fu un progetto in sordina.
Due lire da una TV locale.
Nessun sponsoring, anzi un secco rifiuto, dalle major di giocattoli.
Certo che Anno si rivolgeva agli otaku, per sbattergli in faccia i loro problemi, come ai non-otaku, per parlargli di questioni del tutto universali (mal di vivere, discomunicazione, mal di crescita, Freud e Nietzsche insomma).
E quanto al miele sull'orlo del bicchiere, beh... stava COMUNQUE facendo animazione.
Se l'interrogativo di Anno alla base della nascita di Eva è quello che ho riportato, la sua prima definizione di Eva, quando fu interrogato sul suo allora imminente progetto, fu: "Un anime di belle ragazze e robot " (bisohoujo to robotto anime), esattamente come fu Top wo Nerae!
Ora il cerchio ti torna chiuso?
O poichè Anno era stato un otaku di prima generazione non è ruscito a cogliere il cambio da una generazione di otaku all'altra (mi sembra che nel tuo blog si parli di questa distinzione tra generazioni di otaku)?
Chiaramente la delusione e disillusione del regista nei confronti di un atteggiamento diffuso del suo pubblico ha instillato in lui una viperina voglia di provocazione. Mi pare sensato e genuino.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Personalmente, per quanto io abbia amato e apprezzato gli episodi finali della serie, trovo che la grandezza di Eva stia proprio nel suo mascherarsi dietro una forma da cartone animato robototico, nel suo essere un' opera densamente stratificata nei significati e nei rimandi.
Una serie tutta concepita come gli ultimi due episodi non avrebbe posseduto la stessa incisività e lo stesso fascino, magari sarebbe stata compresa più chiaramente (e banalmente), ma il modo in cui Anno ha sfruttato la serialità televisiva per trascinare lo spettatore in un percorso evolutivo culminante con il ribaltamento finale che è uno spogliamento dell' intera maschera superficiale dell' opera, la rende un vero capolavoro con buona pace degli otaku ignoranti, e di quanti altri hanno fatto fruttare le casse Gainax senza minimamente cercare di comprendere.
Anno, da vero artista qual' è, non ha detto DIRETTAMENTE ciò che voleva dire sbattendocelo in faccia ma ha sottilemente (e in maniera subdola, tradendo lo spettatore che è cosa rischiosissima) sfruttato dall' interno il sistema che criticava ma del quale lui stesso era stato un fautore.
Ed è per questo che ho ancora di più amato "The end of evangelion", perchè persegue fino in fondo, addirittura riproponendo pedissequamente i ritmi della serialità televisiva, quanto iniziato dalla serie.
Una serie tutta concepita come gli ultimi due episodi non avrebbe posseduto la stessa incisività e lo stesso fascino, magari sarebbe stata compresa più chiaramente (e banalmente), ma il modo in cui Anno ha sfruttato la serialità televisiva per trascinare lo spettatore in un percorso evolutivo culminante con il ribaltamento finale che è uno spogliamento dell' intera maschera superficiale dell' opera, la rende un vero capolavoro con buona pace degli otaku ignoranti, e di quanti altri hanno fatto fruttare le casse Gainax senza minimamente cercare di comprendere.
Anno, da vero artista qual' è, non ha detto DIRETTAMENTE ciò che voleva dire sbattendocelo in faccia ma ha sottilemente (e in maniera subdola, tradendo lo spettatore che è cosa rischiosissima) sfruttato dall' interno il sistema che criticava ma del quale lui stesso era stato un fautore.
Ed è per questo che ho ancora di più amato "The end of evangelion", perchè persegue fino in fondo, addirittura riproponendo pedissequamente i ritmi della serialità televisiva, quanto iniziato dalla serie.
Flegias: sono al 100% con te.
Evangelion è come un De Rerum Natura con gli ultimi due capitoli scritti in prosa saggistica anziché poesia.
(Nota: se avete capito questo paragone, avete capito o potete capire Evangelion)
Evangelion è come un De Rerum Natura con gli ultimi due capitoli scritti in prosa saggistica anziché poesia.
(Nota: se avete capito questo paragone, avete capito o potete capire Evangelion)
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
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Sì, certo, va tutto bene.
Ma non può finire qui.
E' il cerchio che proprio, una volta chiuso deve trasformarsi in un cilindro. E per trovare il valore dell'altezza bisogna fare qualche passo indietro.
Insomma, la questione sta proprio nei passi di analisi dell'opera d'arte, e vedo che fin'ora, qui, sono stati seguiti.
Siamo nel livello teologico o di intreccio.
Il primo passo è sicuramente quello di capirne la struttura narrativa. Poi passare alla struttura semiotica. E mi sembra che i più fanatici ci arrivino facilmente, purtroppo senza riuscere a mantere il distacco necessario. Nel caso di Nge possiamo scindere più o meno nettamente la esegesi psicologica dall'architettura semiotica. Accantoniamo per ora la filosofia che abbiamo trovato.
Siamo nel livello sociologico e antropologico (delle masse).
Poi non bisogna fare l'errore grossolano di interpretare i livelli semiotici senza aver fatto il terzo passo. Ovvero quello di analizzare il contesto sociale. Ovvero l'atto della pubblicazione e la reazione, in questo caso, del fandom. I fini dell'autore, il loro esito. Insomma, il comportamento dell'autore e quello del pubblico. Ed avete chiuso il cerchio.
Siamo nel livello psicologico (del singolo).
Solo a quel punto si rivedono le corrispondenze semiotiche, maturi di un'ottica differente. E solo allora si riesce meglio a considerare il panorama psicologico.
Forti di questa nuova ottica c'è da riconsiderare il problema.
Anno ha aperto il ciclo del "Dito vero il Nulla".
Ma una vera risposta alla domanda "si puo' amare l'animazione senza essere otaku" non è ancora stata data.
Nge finisce proprio lì, lasciando il fardello alle nuove leve d'artisti. Oppure a noi.
Ma non può finire qui.
E' il cerchio che proprio, una volta chiuso deve trasformarsi in un cilindro. E per trovare il valore dell'altezza bisogna fare qualche passo indietro.
Insomma, la questione sta proprio nei passi di analisi dell'opera d'arte, e vedo che fin'ora, qui, sono stati seguiti.
Siamo nel livello teologico o di intreccio.
Il primo passo è sicuramente quello di capirne la struttura narrativa. Poi passare alla struttura semiotica. E mi sembra che i più fanatici ci arrivino facilmente, purtroppo senza riuscere a mantere il distacco necessario. Nel caso di Nge possiamo scindere più o meno nettamente la esegesi psicologica dall'architettura semiotica. Accantoniamo per ora la filosofia che abbiamo trovato.
Siamo nel livello sociologico e antropologico (delle masse).
Poi non bisogna fare l'errore grossolano di interpretare i livelli semiotici senza aver fatto il terzo passo. Ovvero quello di analizzare il contesto sociale. Ovvero l'atto della pubblicazione e la reazione, in questo caso, del fandom. I fini dell'autore, il loro esito. Insomma, il comportamento dell'autore e quello del pubblico. Ed avete chiuso il cerchio.
Siamo nel livello psicologico (del singolo).
Solo a quel punto si rivedono le corrispondenze semiotiche, maturi di un'ottica differente. E solo allora si riesce meglio a considerare il panorama psicologico.
Forti di questa nuova ottica c'è da riconsiderare il problema.
Anno ha aperto il ciclo del "Dito vero il Nulla".
Ma una vera risposta alla domanda "si puo' amare l'animazione senza essere otaku" non è ancora stata data.
Nge finisce proprio lì, lasciando il fardello alle nuove leve d'artisti. Oppure a noi.
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Non so se a questo punto sarò percepito come pedante.Flegias ha scritto:[cut] trovo che la grandezza di Eva stia proprio nel suo mascherarsi dietro una forma da cartone animato robototico, nel suo essere un' opera densamente stratificata nei significati e nei rimandi.
Una serie tutta concepita come gli ultimi due episodi non avrebbe posseduto la stessa incisività e lo stesso fascino, magari sarebbe stata compresa più chiaramente (e banalmente), ma il modo in cui Anno ha sfruttato la serialità televisiva per trascinare lo spettatore in un percorso evolutivo culminante con il ribaltamento finale che è uno spogliamento dell' intera maschera superficiale dell' opera, la rende un vero capolavoro con buona pace degli otaku ignoranti, e di quanti altri hanno fatto fruttare le casse Gainax senza minimamente cercare di comprendere.
Anno, da vero artista qual' è, non ha detto DIRETTAMENTE ciò che voleva dire sbattendocelo in faccia ma ha sottilemente (e in maniera subdola, tradendo lo spettatore che è cosa rischiosissima) sfruttato dall' interno il sistema che criticava ma del quale lui stesso era stato un fautore.
Comunque sia. Capisco quello che tu dici. Anche quando parli dell'opera tutta concepita come gli ultimi due episodi, giustamente dici che sarebbe stata più banale e forse più chiara. Non ho mai voluto dire il contrario. Quello che mi chiedo, però, a questo punto è: Anno ha realizzato la finalità che si riproponeva? Non dico che l'opera non sia piaciuta a chi l'ha capita. Mi chiedo se l'opera sia riuscita dalla prospettiva di chi l'ha realizzata. In questo senso chiedo dunque se la corretta interpretazione dell'opera (da parte di una minoranza, mi è sembrato di capire) e l'errore gigantesco (da parte di una maggioranza) ponga qualche problema quando si parla della riuscita di Evangelion.
Anno ha avuto successo (nel senso: Anno ha realizzato le finalità che si poneva)? Mi è sembrato di capire di no. Lo sarebbe stato, in questo senso, se la sua finalità fosse stata quella di creare un'opera che, per l'appunto, hanno guardato in molti e capito in pochi. La colpa è solo della maggioranza del pubblico che non l'ha capito (e, tra le righe, mi sembra sia questa la vostra risposta)? O Anno ha tentato di dare delle perle ai porci (e in questo senso non ha capito la natura degli otaku moderni e ha sovrastimato il numero di persone capaci di andare oltre la superficie)? Tutte e due le cose? O invece ho capito male tutto il discorso e Anno non batteva ciglio mentre la sua opera veniva interpretata male dagli otaku (a cui voleva sbattere in faccia i loro problemi) e correttamente interpretata da un numero relativamente modesto di non-otaku? Mi è parso di capire che non se ne è fregato e che, anzi, ha reagito proprio con le famose due puntate.
Da qui, appunto, mi pare di capire che Shito dia la colpa al pubblico incapace. Io non sono così sicuro che sia una responsabilità a senso unico, tutto qui.Shito ha scritto:Chiaramente la delusione e disillusione del regista nei confronti di un atteggiamento diffuso del suo pubblico ha instillato in lui una viperina voglia di provocazione. Mi pare sensato e genuino.
piu' passa l tempo....piu' penso che la sovrainterpretazione cresca...
onestamente..ma non per essere antipatico...ed ovviamente parere personale....credo sia tempo di lasciarci Eva alle spalle...
in fondo ognuno di noi ha sviscerato il suo pensiero in maniera piu' che esaustiva...e credo che si abbia una visione abbastanza completa di quello che e' stato Evangelion...
onestamente..ma non per essere antipatico...ed ovviamente parere personale....credo sia tempo di lasciarci Eva alle spalle...
in fondo ognuno di noi ha sviscerato il suo pensiero in maniera piu' che esaustiva...e credo che si abbia una visione abbastanza completa di quello che e' stato Evangelion...
E' sicuro che Anno sia rimasto deluso dall' accoglienza di Evangelion, ma io non parlerei di opera riuscita o non riuscita rispetto agli intenti dell' autore, semplicemente perchè se anche una sola persona su un milione l' ha recepita e fatta sua allora è valsa comunque la pena di realizzarla.
Ma dopo averla realizzata (parlo anche dei film) Anno, come qualsiasi artista, ne ha perso la podestà e questa è vissuta di vita propria, ed è stata mal recepita dalla maggioranza della gente, badate bene, della gente: Eva non è diretta unilateralmente agli otaku come è stato ampiamente detto, questo accade ed è sempre accaduto e non vi è nessun fallimento da parte di Anno, pure se lui è deluso, perchè Eva è lì, pronta ad essere compresa da chiunque, sempre.
Ma dopo averla realizzata (parlo anche dei film) Anno, come qualsiasi artista, ne ha perso la podestà e questa è vissuta di vita propria, ed è stata mal recepita dalla maggioranza della gente, badate bene, della gente: Eva non è diretta unilateralmente agli otaku come è stato ampiamente detto, questo accade ed è sempre accaduto e non vi è nessun fallimento da parte di Anno, pure se lui è deluso, perchè Eva è lì, pronta ad essere compresa da chiunque, sempre.
La risposta è:sauron1317 ha scritto:Ma una vera risposta alla domanda "si puo' amare l'animazione senza essere otaku" non è ancora stata data.
una ristretta minoranza di non-otaku potrà amare una ristretta minoranza di prodotti d'animazione.
L'umanità è sempre un po' peggio di come te la figuri, sai?
(è la definizione di un limite che tende a meno infinito)
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Mi stai sempre più simpatico.Flegias ha scritto:E' sicuro che Anno sia rimasto deluso dall' accoglienza di Evangelion, ma io non parlerei di opera riuscita o non riuscita rispetto agli intenti dell' autore, semplicemente perchè se anche una sola persona su un milione l' ha recepita e fatta sua allora è valsa comunque la pena di realizzarla.
Sempre più simpatico, davvero.Flegias ha scritto: Ma dopo averla realizzata (parlo anche dei film) Anno, come qualsiasi artista, ne ha perso la podestà e questa è vissuta di vita propria, ed è stata mal recepita dalla maggioranza della gente, badate bene, della gente: Eva non è diretta unilateralmente agli otaku come è stato ampiamente detto, questo accade ed è sempre accaduto e non vi è nessun fallimento da parte di Anno, pure se lui è deluso, perchè Eva è lì, pronta ad essere compresa da chiunque, sempre.
L'arte vera non trascende, ma sopravvive al suo creatore, questo è certo.
Per paradosso, il vero valore di Eva è piuttosto destinato a venire fuori nel tempo, nella crescita del pubblico, della gente.
La reazione di Anno fu violenta. Non è mistero che lui fece il film solo per il suo staff, come motivazione personale.
Lo capisco. Quando ti svuoti nell'estroiezione, è difficile rimettersi su qualcosa.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)