Come ho scritto nella citazione riportata, Evangelion è solo un esempio (forse il migliore, però) del fenomeno dei "fan sfegatati" degli anime. Fenomeno che, in teoria, si potrebbe estendere a qualunque ambito di intrattenimento (i fan di un cantante). Parlare di Evangelion (e non solo) in questi termini mi sembra comunque interessante. A voi la parola, dunque!Ani-sama ha scritto:[...]potremmo aprire una discussione lunghissima e interessatissima sul "fenomeno evangelion" (non la serie animata in sé, proprio l'analisi del fenomeno). Evangelion che è non l'unico, ma senz'altro il più rappresentativo del "fenomeno otaku". Basta girare sulla rete per farsi una mezza idea. Tutti i discorsi sulla cabala, tutti quelli che fanno della serie un culto assoluto, quelli che hanno le collezioni dei modellini degli Eva montabili, quelli che sbraitano come dei cani rabbiosi perché la serie non finisce come volevano (il caso degli ep. 25-26 e del successivo End of Eva).
Alienati sociali? In una certa ragione, sì. Personalmente, devo dire di non essere MAI entrato in questo gruppo di "fissati", però ammetto di essere stato profondamente colpito (e anche traviato, se vogliamo) dallo sviluppo della storia e dei personaggi, e da alcune puntate "metafisiche" decisamente ben fatte (il discorso di Rei nell' ep.14... "Cielo. Cielo azzurro...").
il "fenomeno otaku" e il "fenomeno Evangelion
Moderatore: Coordinatori
il "fenomeno otaku" e il "fenomeno Evangelion
Sul topic di Nadia è nato un interessante spunto di discussione. Riporto il mio messaggio:
Haast en spoed is zelden goed.
mmm, non sarei poi così sicuro che sia SOLO tipicamente giapponese. Chiaro, la cosa è partita da lì, lì sarà più forte. Però tutti i siti di esaltati su Evangelion, Inuyasha ecc. ci sono anche qui in Italia. Ci sono branchi di mocciosetti che si guardano gli anime di MTV e continuano a parlare su forum-bolge come ad es. http://forum.gamesradar.it (il canale "Anime e manga"). Noterai una proliferazione di topic di 3-4, anche 9-10 parti (ciascuna con un massimo di 32 pagine...) Anche questa è una forma, se vogliamo molto blanda, del "fenomeno otaku".
Haast en spoed is zelden goed.
Forum in cui si parla SOLO di quell'argomento, anche i cosiddetti "fan club". Tu, da otaku, sei asociale con quelli che non condividono la tua passione, non con quelli che la condividono. Ci sono forum in cui la gente entra per un singolo topic di un singolo canale, metti pure un canale sugli anime/manga, a volte capita.
Haast en spoed is zelden goed.
Anche se non arrivano all'auto-isolamento degli otaku giapponesi (probabilmente anche perché la società italiana è in fondo meno alienante di quella nipponica), i fans "esagerati" esistono anche da noi. Frequentando le fumetterie ne ho conosciuti parecchi: gente che non ha altri interessi al di fuori di manga-anime-videogiochi e ci spende tutti i suoi soldi, spesso vivendo la propria passione quasi come una religione... se non sono otaku, come altro chiamarli?
Di questi parlavo. Ma non solo in fumetterie, anche semplicemente su internet. Personalmente, sono contento di poter dire che ho una passione, quella del cinema d'animazione, in particolare del cinema di Miyazaki, ma che non ne ho MAI fatto un motivo di "desocializzazione".
Vorrei, a questo punto, centrare l'attenzione sul discorso su Evangelion:
ho appena letto due post di Shito molto interessanti, che riporto qui perché ritengo On-topic:
Vorrei, a questo punto, centrare l'attenzione sul discorso su Evangelion:
ho appena letto due post di Shito molto interessanti, che riporto qui perché ritengo On-topic:
La seconda regola riguardo a Evangelion: non prendete troppo sul serio tutto quello che ci è stato infilato dentro.
E se questa è la vostra prima volta l'Eva Club... DOVETE DEPRIMERVI!
Ah, no, questo era un altro film.
Cmq davvero, è esilarante in un modo amaramente patetico il tentativo da parte degli 'otaku occidentali' [dio mi perdoni per il repellente ossimoro] di 'spiegare Eva' nell'ottica di quello che in Eva è un ossatura puramente estetico-citazionistica disposta in ragione di mero sense of coolness.
Ora vorrei fare tanti esempi, ma mi unisco al solo Haku, sempre savio...
basta parlare di Eva.
E poi aggiungo: evitate evangelion.it come la peste.
A questo punto, mi sorge una domanda: se invero è questo il comportamento degli "otaku occidentali" (basta fare due salti su internet), allora mi chiedo come siano quelli giapponesi. Voglio dire, se in Occidente il fenomeno Evangelion si è misurato sulle molteplici "forzature interpretative" attuate dai fan sfegatati, in Giappone cosa è accaduto, se non è accaduta la stessa cosa?Avrò ripetuto la stessa cosa -con lo stessissimo esempio- almeno un migliaio di volte.
Peraltro, la volontà sfrenanta di voler cercare a tutti i costi un 'significato ulteriore' dietro ogni grafismo è un parto di mentalità tutta occidentale: sappiamo bene che in oriente l'eastetica riesce spesso ad essere ragion d'essere a se stessa.
Haast en spoed is zelden goed.
Mmm, è indubbiamente interessante ma... proprio ieri ho chiacchierato con Shito, parlando di queste cose.Ani-sama ha scritto:A questo punto, mi sorge una domanda: se invero è questo il comportamento degli "otaku occidentali" (basta fare due salti su internet), allora mi chiedo come siano quelli giapponesi.
Secondo te, noi del forum siamo caduti mai in "interpretazionismo" ingiustificato?
Ultima modifica di MaxArt il sab feb 26, 2005 12:03 pm, modificato 1 volta in totale.
Aurea Sectio: matematica, scienze, ambiente, politica, arte, filosofia, ed ogni categoria del libero pensiero umano.
Credo di sì, in particolar modo per Sen to Chihiro no Kamikakushi, ma anche per Kaze no Tani no Naushika e per Mononoke Hime.MaxArt ha scritto:Secondo te, noi del forum siamo caduti mai in "interpretazionismo" ingiustificato?
Niente che valicasse il "ma secondo voi cosa significa il treno?". Niente di "malato", dunque.
Io, poi, sono particolarmente negato a fare questi accostamenti: non riuscirei a farli neppure se volessi (e comunque non voglio).
Stavo affrontando temi simili in un altro thread, ma ovviamente non saprei dire quale. Qualcuno me lo linkò, si parlava appunto di Mononoke.atchoo ha scritto:Credo di sì, in particolar modo per Sen to Chihiro no Kamikakushi, ma anche per Kaze no Tani no Naushika e per Mononoke Hime.MaxArt ha scritto:Secondo te, noi del forum siamo caduti mai in "interpretazionismo" ingiustificato?
Niente che valicasse il "ma secondo voi cosa significa il treno?". Niente di "malato", dunque.
Io, poi, sono particolarmente negato a fare questi accostamenti: non riuscirei a farli neppure se volessi (e comunque non voglio).
Tuttavia credo ci sia molta differenza tra la sovrainterpreazione di meri estetismi, alla ricerca ossessiva di simbolismi nel quale specchiare significati a tutti i costi, oppure il tentativo di interpretazione di un'intera scena, che evidentemente vuole essere significativa.
Tanto per tracciare una linea di demarcazione tra il voler a tutti i costi trovare un profondo significato nella dicaudalità di Moto, o nel viaggio in treno di Sen.
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Sono d'accordo. Tuttavia il rischio è di cadere in cervellotiche interpretazioni quando la scena, magari, intende essere "semplicemente" evocativa.Shito ha scritto:Tuttavia credo ci sia molta differenza tra la sovrainterpreazione di meri estetismi, alla ricerca ossessiva di simbolismi nel quale specchiare significati a tutti i costi, oppure il tentativo di interpretazione di un'intera scena, che evidentemente vuole essere significativa.
Tanto per tracciare una linea di demarcazione tra il voler a tutti i costi trovare un profondo significato nella dicaudalità di Moto, o nel viaggio in treno di Sen.
Io, per il motivo di cui parlo nel precedente post, guardo tutti i film (la prima e la seconda visione almeno), in particolar modo quelli di animazione, SENZA neppure cercare di "capire" o scoprire tutti i suoi significati.
Li guardo e li ascolto.
Se poi qualcosa (che siano questi significati o altro non importa) mi spinge a vederli e rivederli, bè, allora il neurone cerca di fare il suo dovere...
Capisco il tuo pensiero e la tua dichiara 'prospettiva di fruizione delle opere audiovisive narrative'. Sottile è la linea che passa tra la portata evocativa di una scena e il suo significato, eventualmente ANCHE simbolico. Di certo l'una cosa non esclude l'altra, più probabilmente l'una cosa può essere stumento dell'altra, nell'intenzione espressiva di un autore.atchoo ha scritto:Sono d'accordo. Tuttavia il rischio è di cadere in cervellotiche interpretazioni quando la scena, magari, intende essere "semplicemente" evocativa.Shito ha scritto:Tuttavia credo ci sia molta differenza tra la sovrainterpreazione di meri estetismi, alla ricerca ossessiva di simbolismi nel quale specchiare significati a tutti i costi, oppure il tentativo di interpretazione di un'intera scena, che evidentemente vuole essere significativa.
Tanto per tracciare una linea di demarcazione tra il voler a tutti i costi trovare un profondo significato nella dicaudalità di Moto, o nel viaggio in treno di Sen.
Io, per il motivo di cui parlo nel precedente post, guardo tutti i film (la prima e la seconda visione almeno), in particolar modo quelli di animazione, SENZA neppure cercare di "capire" o scoprire tutti i suoi significati.
Li guardo e li ascolto.
Se poi qualcosa (che siano questi significati o altro non importa) mi spinge a vederli e rivederli, bè, allora il neurone cerca di fare il suo dovere...
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)
Non sono per nulla esperto di manga, anime e cose che fanno impazzire gli otaku di qualsivoglia cittadinanza. Come avrete notato scrivo anche poco su questo forum, ma più per timore che per disinteresse. Vi leggo moltissimo e spesso ammiro le recensioni più o meno velate che circolano nei vari thread.
Anche in questo caso forse era meglio se tacevo, visto che non ho mai visto una puntata di EVA (sono verginello sotto questo punto! ). Ma leggendovi mi sono venute in mente le lezioni su Dante e la sua Comédia fatte dal professore di Letteratura negli anni d'oro delle superiori.
Spesso mi sono chiesto se tutte le interpretazioni che i letterati attribuiscono ad un unica terzina, siano state effettivamente pensate dal sommo poeta o non siano semplicemente alte elucubrazioni filosofiche o scarne paranoie onaniste! A rischio di sembrare eretico cito anche gli innumerevoli libri di esegesi che un testo sacro come il Vangelo ha saputo produrre nell'arco di 2000 anni, con il risultato che spesso si conoscono le interpretazioni e non il testo originale.
Devo venire al dunque? Forse è meglio... Tutto questo scritto non è certo per paragonare EVA (che ripeto non ho mai visto) alla Comedia o al Libro per eccellenza; anzi! E' per riportare la discussione su due ambiti fra loro molto diversi:
1) riprendere in mano l'originale EVA, vederlo come se fosse la prima volta, scevro da qualsivoglia interpretazione altrui e cercare da soli la bellezza di questo piccolo tentativo di arte.
2) comprendere che ogni frutto della fantasia artistica di un uomo produce in un altro innumerevoli suggestioni che possono dare adito a nuove (e a volte ardite) interpretazioni. Non prenderle in considerazione oppure sminuirle fino a farne perdere di valore non è comunque cosa giusta nei confronti dell'autore dell'opera, il quale comunque è riuscito a creare delle suggestioni tali da indurre a interpretazioni diverse.
Naturalmente il giusto equilibrio fra queste due correnti è il modo giusto per vivere una qualsivoglia forma d'arte, la quale non è altro che un modo di comunicare sé stessi e la propria coscienza all'altro. Difficile certo, soprattutto quando si affaccia il fanatismo esasperato, figlio di una chiusura mentale pericolosa.
A me piace pensare che ogni artista voglia esprimere qualche cosa di sé, prima ancora di lanciare nuove interpretazioni alla Cabala ebraica o lasciare indizi per eventuali paranoie intellettuali. Altrimenti quella che ha creato non è una forma d'arte, è un estetismo fine a sé stesso; una falsa creazione perchè nulla è stato creato; un prodotto senz'anima, un'ipocrisia bella e buona.
Ma ora, sorge spontanea una domanda...
ma cosa kaz ho scritto???
CIAO
Anche in questo caso forse era meglio se tacevo, visto che non ho mai visto una puntata di EVA (sono verginello sotto questo punto! ). Ma leggendovi mi sono venute in mente le lezioni su Dante e la sua Comédia fatte dal professore di Letteratura negli anni d'oro delle superiori.
Spesso mi sono chiesto se tutte le interpretazioni che i letterati attribuiscono ad un unica terzina, siano state effettivamente pensate dal sommo poeta o non siano semplicemente alte elucubrazioni filosofiche o scarne paranoie onaniste! A rischio di sembrare eretico cito anche gli innumerevoli libri di esegesi che un testo sacro come il Vangelo ha saputo produrre nell'arco di 2000 anni, con il risultato che spesso si conoscono le interpretazioni e non il testo originale.
Devo venire al dunque? Forse è meglio... Tutto questo scritto non è certo per paragonare EVA (che ripeto non ho mai visto) alla Comedia o al Libro per eccellenza; anzi! E' per riportare la discussione su due ambiti fra loro molto diversi:
1) riprendere in mano l'originale EVA, vederlo come se fosse la prima volta, scevro da qualsivoglia interpretazione altrui e cercare da soli la bellezza di questo piccolo tentativo di arte.
2) comprendere che ogni frutto della fantasia artistica di un uomo produce in un altro innumerevoli suggestioni che possono dare adito a nuove (e a volte ardite) interpretazioni. Non prenderle in considerazione oppure sminuirle fino a farne perdere di valore non è comunque cosa giusta nei confronti dell'autore dell'opera, il quale comunque è riuscito a creare delle suggestioni tali da indurre a interpretazioni diverse.
Naturalmente il giusto equilibrio fra queste due correnti è il modo giusto per vivere una qualsivoglia forma d'arte, la quale non è altro che un modo di comunicare sé stessi e la propria coscienza all'altro. Difficile certo, soprattutto quando si affaccia il fanatismo esasperato, figlio di una chiusura mentale pericolosa.
A me piace pensare che ogni artista voglia esprimere qualche cosa di sé, prima ancora di lanciare nuove interpretazioni alla Cabala ebraica o lasciare indizi per eventuali paranoie intellettuali. Altrimenti quella che ha creato non è una forma d'arte, è un estetismo fine a sé stesso; una falsa creazione perchè nulla è stato creato; un prodotto senz'anima, un'ipocrisia bella e buona.
Ma ora, sorge spontanea una domanda...
ma cosa kaz ho scritto???
CIAO
Raro concedit, numquam negat, semper distinguit